Argentina. Gli Stati Uniti costruiscono una base militare in Patagonia

A denunciarlo la popolazione locale, dopo il silenzio del governo

Gli Stati Uniti stanno costruendo una base militare in Patagonia, con il consenso del governo nazionale che però non ha informato la popolazione. Il governo provinciale parla di una base di aiuto umanitario per affrontare disastri, ma il territorio è un nodo strategico dal punto di vista geopolitico e di ricchezze naturali

Una base militare statunitense è in costruzione nella Patagonia argentina, nel sud del Paese, nella provincia di Neuquén. Finanziata con i fondi del Southern Command, un’unità delle operazioni militari statunitensi in America Latina e nei Caraibi, la costruzione è stimata in 1,3 milioni di dollari USA ed è proseguita tranquillamente dall’anno scorso, senza clamore o annunci da parte del governo nazionale. Ufficialmente chiamato Emergency Operation and Coordination Center, il progetto è definito dal governo degli Stati Uniti una base di aiuto umanitario, in risposta alla richiesta del governo di Neuquén di “accogliere membri della Protezione civile e altri organismi” per far fronte alle “catastrofi naturali”. Il governo provinciale ha confermato, facendo l’esempio del Cile e di Haiti dopo essere stati colpiti dai terremoti, negando quindi che si tratti di una base militare e affermando invece che il terreno sarà utilizzato per uffici della Protezione civile e un magazzino. 

La storia del progetto

La resistenza della popolazione è stata decisiva per il rinvio del progetto fino ad oggi. Il primo tentativo di installare basi militari statunitensi in Argentina risale al 2012, in un progetto che includeva Neuquén, nel sud, e Chaco, nel nord del Paese. La popolazione si rifiutò, supportata da alcuni politici dell’epoca. Nel 2015, però, Mauricio Macri è stato eletto presidente dell’Argentina, carica che ha ricoperto fino al 2019. Macri è stato solidale con gli Stati Uniti e nel 2018 ha firmato un contratto con il Southern Command per la costruzione della base militare di Neuquén, ma non solo. Macri ha anche offerto l’insediamento degli Stati Uniti nella città di Ushuaia, il punto più meridionale del continente e punto strategico di accesso all’Antartide. Nell’ambito della Terra del Fuoco, arcipelago che costituisce l’ultima “punta” del Paese e del continente, l’area è ambita per la creazione di un Centro logistico antartico come scalo per le rotte marittime verso l’Antartide. È un vecchio progetto che muove i conflitti geostrategici tra Cina e Stati Uniti. La proposta di Macri non è andata avanti per il rifiuto del governo provinciale. L’attuale presidente, Alberto Fernández, aveva espresso il desiderio che al progetto partecipasse anche la Cina, con la Russia che aveva mostrato interesse. Difficile, vista la situazione odierna che questo si realizzi. Lo scorso anno la deputata Patricia Jure (Frente de Izquierda y de los Trabajadores – FIT) e il consigliere comunale César Parra (Partido Obrero) hanno chiesto chiarimenti all’Esecutivo, sia al governo di Alberto Fernández che a quello della provincia di Neuquén. “Qualsiasi base o intervento umanitario di fronte alle catastrofi per la Protezione civile deve essere costruito con fondi provinciali o nazionali, non con una donazione di una forza militare o di un’organizzazione imperialista responsabile dei massacri in tutto il mondo”, hanno affermato Jure e Parra nella dichiarazione. Alla fine del 2021, tuttavia, il progetto è iniziato e i lavori per costruire la base militare stanno avanzando in prossimità dell’aeroporto di Neuquén. Se ne è accorta la popolazione, nonostante le autorità locali e nazionali non avessero annunciato nulla. La comunità di Neuquén ha quindi chiesto la documentazione sull’accordo tra Argentina e Stati Uniti, visto che ritiene che il progetto sia camuffato come aiuto umanitario, sottolineando che le irregolarità nel processo di installazione della base sono solo un’ulteriore dimostrazione delle sue vere intenzioni. 

La ricchezza della Patagonia

Casualmente gli Stati Uniti hanno scelto di installarsi in un territorio strategico sia dal punto di vista geopolitico che di ricchezze naturali. La regione della Patagonia, infatti, possiede importanti giacimenti di acqua dolce e uno dei più grandi giacimenti di petrolio e gas non convenzionali: la Formazione Vaca Muerta, situata principalmente nella provincia di Neuquén. “L’area è costituita da uno dei più importanti punti di ricarica e scarico della falda acquifera Guaraní, il quarto bacino idrico sotterraneo più grande del mondo e condiviso tra Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay” afferma Elsa Bruzzone, storica e specialista in geopolitica, strategia e difesa nazionale al giornale Resumen latinoamericano. “Così – spiega Bruzzone -, hanno il controllo dell’intera piattaforma continentale argentina e di tutti i giacimenti di idrocarburi e noduli polimetallici al largo dell’Atlantico meridionale, concentrazioni di minerali altamente strategici per industrie di ogni tipo, ma principalmente aerospaziali. Estendono la loro proiezione anche all’Oceano Indiano, al resto del Sud America e all’Amazzonia”.

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