Needle spiking: punture d’ago in discoteca, il fenomeno che terrorizza la Francia
Il fenomeno del Needle spiking sembrava circoscritto alla Francia, ma negli ultimi giorni arrivano denunce da ragazzi di mezza Europa.
Fenomeno esploso lo scorso anno in Inghilterra, il Needle spiking si è diffuso alla svelta in tutta Europa. Dopo Inghilterra e Belgio, infatti, il boom di segnalazioni è aumentato anche tra i giovani francesi. Tutti lamentavano gli stessi sintomi: dolore al braccio e nausea. Nelle diverse denunce non si parla di abusi, di violenze sessuali, o altri reati seguiti all’attacco.
Cos’è il Needle spiking e perché è pericoloso
Il needle spiking, soprannominato dai media francesi piqûrs sauvages (punture selvagge), è un fenomeno attraverso il quale si viene punti senza alcun consenso da aghi infetti o siringhe contenenti droghe e sostanze stupefacenti (ad esempio il Rohypnol o il Gamma Hydroxybutyrate Ghh), in particolare da quelle conosciute comunemente come «droghe dello stupro».
Il fenomeno ha preso piede quando è stato segnalato per la prima volta (nel 2021) nel Regno Unito e in Irlanda dove le persone, quasi sempre adolescenti e giovani donne, hanno denunciato di essere state sottoposte a iniezioni clandestine di sedativi non identificati, di solito in un ambiente affollato come la pista da ballo di una discoteca o un concerto.
Dopo essere state raggiunge dagli aghi, le persone coinvolte hanno parlato di sintomi come capogiri o nausea, di uno stato confusionale senza gravità. Alcune delle persone che hanno segnalato di essere state colpite, solitamente sempre in contesti di vita notturna, hanno segnalato anche perdita di memoria, spasmi o paresi muscolari, difficoltà a parlare e a muoversi. “Anche chi non ha manifestato particolari sintomi denuncia comunque di aver avvertito dolore e prurito al momento della puntura e presenta molto spesso un livido nel punto interessato”, riporta Open.
Il fenomeno si sta diffondendo velocemente
Come riporta Open, nonostante la città francese più colpita è Nîmes, seguono a quest’ultima anche Tolone, Belfort e Vic-Fezensac, dove nelle ultime settimane si sono tenuti diversi concerti e festival musicali. Uscendo dal confine francese però, tocca ad altri paesi europei come Olanda, Belgio e Regno Unito.
“In Belgio diverse ragazze hanno denunciato di essere state vittime del needle spiking non solo in discoteca, ma anche durante il Pride festival o mentre assistevano a una partita di calcio”, si legge. Il focolaio sembrerebbe essere però il Regno Unito, infatti, dallo scorso autunno a oggi, “sono 1300 le segnalazioni giunte alle forze dell’ordine, ma si teme che le vittime siano molte di più”.
Scatta la psicosi da Needle spiking
Se in alcuni paesi il fenomeno è stato più che confermato, in tanti altri si sta diffondendo una vera e propria fobia: basta dunque il solo timore che uno sconosciuto possa avvicinarsi e iniettare una droga contro la propria volontà a scatenare il panico. Timore giustificato dal fatto che fino a qualche settimana fa molti pensavano si trattasse di un’isteria collettiva, tuttavia, nel momento in cui hanno cominciato a muoversi i procuratori, aprendo inchieste, seguiti dagli inviti della prefettura ad usare la massima attenzione nelle feste e a segnalare qualsiasi anomalia, il panico è dilagato.
Il consiglio più diffuso risulta quindi stare attenti a se si sente un’improvvisa puntura o se si nota un segno rosso sul braccio o la mano.
Un terribile fenomeno in evoluzione
Si è dunque passati dallo «spiking» vero e proprio, cioè lo scioglimento di sonniferi o droga dello stupro nei cocktail delle vittime (le sostanze vengono fatte cadere di nascosto dentro ai bicchieri) alle punture. Un problema che era molto presente in passato e che nel 2019 ha dimostrato tramite un’indagine della Bbc che più di 2.600 casi erano avvenuti nel corso di 4 anni in Inghilterra e Galles. Le vittime erano soprattutto donne (il 72%) e tra loro c’erano sempre più minorenni. Considerando entrambi i fenomeni, le segnalazioni recenti sono 44.
Oltre ai consigli su come prevenire il fenomeno, per denunciare la situazione e per chiedere sicurezza, un gruppo locale di ragazze ha aperto la pagina social chiamata «Girls Night In», con lo scopo di lanciare una petizione per chiedere a tutti i locali e discoteche una preventiva perquisizione di tutte le persone all’ingresso.
Alcuni club fortunatamente hanno iniziato a prendere delle precauzioni, mentre le autorità hanno intensificato i pattugliamenti, organizzando incontri con i giovani per dare consigli utili. Il sovrintendente Kathryn Craner, della polizia del Nottinghamshire, ha dichiarato: “È fondamentale denunciare il prima possibile se c’è il sospetto di essere stati drogati, o se si pensa che qualche conoscente sia stato drogato. È importante recuperare prove il più rapidamente possibile. Stiamo investendo molte risorse in queste indagini. I locali in tutta la città effettueranno ulteriori controlli all’ingresso e all’interno”.
Un primo fermo in Francia a Tolone, 20 persone denunciano
A Tolone intanto c’è stato il primo fermo: un ragazzo di venti anni è stato rinviato a giudizio per violenze aggravate, detenzione di una siringa e premeditazione. A quanto pare il sospetto è stato identificato da numerose persone presenti sul luogo.
Sulla spiaggia di Mourillon circa venti persone sono corse a chiedere aiuto agli agenti presenti per lamentare “punture”. Tra le vittime, anche una poliziotta, che è stata successivamente ricoverata. “Ha avuto un malore – ha precisato il procuratore – anche se ancora non è chiaro se sia legato a una sostanza tossica iniettata o alla situazione di stress“. Ora, come scrive il Messaggero, il giovane ventenne “è in detenzione provvisoria”.
Needle spiking: Verità o psicosi?
Open riporta le dichiarazioni di Robert Bartholomew, sociologo medico dell’Università di Auckland, che in un rapporto su Psychology Today evidenzia come “I giovani sono stati bombardati da notizie spaventose su Covid e, quando i club hanno riaperto, c’era ancora paura del virus e senso di colpa associati alla possibilità che potessero prenderlo e trasmetterlo a una persona cara vulnerabile”. Dunque, conclude, “l’ago, oggetto di paura per molte persone, può rappresentare ansia per le vaccinazioni e paura del contagio”.