Peggiore risultato di sempre per i referendum: L’affluenza non supera il 18%
A questo punto si riflette sul mantenimento di un quorum che favorisce un’apatica e pericolosa astensione
Era prevedibile. Un referendum ignorato da politici e media non riesce a portare che il 18% di elettori al voto. Si tratta di una sconfitta per la democrazia stessa.
Eppure è innegabile come il referendum resti uno strumento di partecipazione efficace. Diverse volte gli italiani hanno espresso il loro parere su temi anche molto delicati: divorzio (1974), aborto (1978), scala mobile (1985), droghe leggere (1993), acqua bene comune (2011) e leggi elettorali. Ma quando l’argomento si fa più complesso è divisivo, come in questo caso, gli italiani si allontanano dalle urne. Non è la prima volta.
Il quorum sta affossando l’idea stessa di democrazia diretta
Basti pensare ai quesiti sulla procreazione assistita del 2005: molti partiti invitarono a non andare a votare, sfruttando così l’appiglio del quorum mancato per affossare il referendum stesso.
Il fallimento di un numero troppo alto di referendum per mancanza di quorum, e cioè della indispensabile maggioranza assoluta dei votanti, soprattutto negli ultimi vent’anni, sembrerebbe segnalarne l’inutilità e la perdita di incisività.
Premesso che in alcun modo una democrazia dovrebbe premiare gli astensionisti, proprio come afferma l’articolo 48 della Costituzione “il voto oltre ad essere un diritto, resta un dovere civico”, sembrerebbe inattaccabile il concetto che una legge approvata dalla maggioranza dei parlamentari, che sono pur sempre rappresentanti del popolo, non possa essere abrogata nemmeno da una minoranza appassionata di elettori.
Il problema vero è che a incitare all’astensione sono gli stessi politici che si lamentano della bassa partecipazione alle elezioni. Non dimentichiamo che incitare all’astensionismo, oltre ad essere un pericoloso comportamento anti civico, è un chiaro attacco all’art. 48 della Costituzione.
Un problema risolvibile togliendo l’obbligo del raggiungimento del quorum da ogni referendum, proprio come avviene per quelli costituzionali.
L’efficacia dei referendum consultivi rispetto agli abrogativi
Un ulteriore soluzione potrebbe essere quella di inserire il referendum consultivo, ovvero la possibilità di votare per una legge ex novo: l’abrogazione di una legge infatti non garantisce mai una soluzione immediatamente accettabile, anzi, lascia sempre un vuoto legislativo anche sul lungo periodo.
Ci auguriamo che qualcuno abbia il coraggio di fare proposte che vadano in questa direzione.