Da gennaio a maggio sono stati trovati numerosi cadaveri, la polizia non riesce a venirne a capo
Il “Caso 1067”, come è stato chiamato, fa impazzire la polizia di Bogotà. Gli omicidi, in tutta la città, hanno degli elementi in comune. Le vittime sono state torturate da esperti e chiuse in sacchi di plastica, per poi essere abbandonate in punti visibili affinché tutti sapessero. Nella capitale colombiana, nel 2021 sono state uccise 1.126 persone
Quattordici corpi ritrovati da gennaio a maggio, in Colombia, chiusi in sacchetti di plastica e gettati in punti visibili della città, con segni di tortura atti a far male ma non uccidere, come a prolungare la sofferenza. La polizia di Bogotà ha attribuito all’indagine il nome “Caso 1.067”, dal numero dell’indagine attribuito a questi omicidi. Secondo le prime ipotesi vengono collegati ad uno scontro tra bande per il controllo del traffico di droga. I cadaveri sono stati rinvenuti in diverse parti della metropoli e del distretto intorno a Bogotà, come Suba, Ciudad Bolívar, San Cristóbal, Teusaquillo, Los Martires, Kennedi e Santa Fé. Secondo le indagini, però, la maggior parte di questi omicidi non è avvenuta nel luogo del ritrovamento dei corpi. Si crede che esista una vera e propria rete di “trasporto cadaveri” che muove per la città i diversi corpi dei malcapitati per sviare le indagini.
Il primo omicidio è avvenuto a Teusaquillo il 26 gennaio 2022, nei pressi del Parco Nazionale, dove è stato ritrovato il corpo di un uomo abbandonato avvolto con dei teloni sulle rive del fiume Arzobispo, noto anche come Juan Amarillo. Successivamente, la guerra tra bande è giunta a Compostela, a Usme, sempre nel distretto di Bogotà, dove, a fine marzo, tre persone sono state uccise in una zona boschiva. Poi ad aprile le torture, gli omicidi e i pacchi con i morti sono saliti alle stelle. Nei primi giorni del mese sono stati trovati due corpi di uomini tra Usme e San Cristóbal, sei giorni dopo, il 10 aprile, in pieno centro città, altri due corpi sono stati lasciati in dei sacchi. Il 15 aprile, si è scoperto il quinto omicidio del mese, fino ad arrivare ai 14 totali di maggio.
I segni di tortura
Un dettaglio rilevante nell’indagine svolta dalle autorità è che tutti i corpi ritrovati hanno un aspetto in comune: i segni della tortura. I corpi, per lo più di uomini, presentano mani e piedi legati, bruciature, ferite di arma da taglio in parti del corpo che non causano la morte immediata e segni di soffocamento. José Manuel Martínez, direttore dell’ufficio del procuratore di Bogotá, ha affermato che “ci sono diversi dettagli in comune nelle analisi che sono state effettuate, il primo è che sono insaccati e il secondo, asfissiati. Tutti hanno tracce di tortura, soprattutto nella zona di Los Mártires”, ha detto. Yefrín Garavito, direttore dell’Unità investigativa criminale, ha invece sottolineato che “se solo volessero uccidere persone, i corpi sarebbero lasciati in luoghi nascosti lontani dalla città, ma in questo caso viene inviato un messaggio, perché sono lasciati su percorsi strategici”. C’è uno schema che si ripete. Le vittime sono per lo più maschi, hanno un’età compresa tra i 25 ei 30 anni e non sembrano essere senzatetto, per le cure personali ed estetiche che sono state riscontrate. “Potrebbe esserci un elemento di xenofobia, omofobia o vendetta diretta nei confronti di un gruppo speciale in città”, ha aggiunto Garavito. Un altro elemento che è emerso è che le vittime sarebbero state colpite con corpi contundenti e costrette a camminare scalze per lunghe distanze. Sui corpi sono stati trovati segni di annegamento, bruciature di sigaretta e coltellate in parti del corpo che non causano la morte immediata. I corpi sono stati trovati legati in modo da restare in posizione fetale e chiuse in sacchi di plastica. “Abbiamo trovato persone soffocate con le corde, ma anche con i nastri”, ha aggiunto Martínez. Si pensa che molti di loro siano cittadini stranieri, ma non se ne conosce l’identità, poiché sono stati trovati privi di documenti e le loro impronte digitali non sono registrate negli archivi della polizia. Per le tecniche di tortura usate, sembra che tra i torturatori ci sia qualcuno con conoscenza forensi che sappia dove infliggere ferite senza uccidere.
Solo due arresti fino ad ora
Solo due persone sono state arrestate fino ad ora. Uno di loro è stato colto in flagranza di reato, poiché al momento della cattura aveva ancora i guanti per la pulizia con cui avrebbe riposto la vittima nel sacchetto di plastica. I due uomini catturati dalla polizia si stavano liberando del sacco contenente un uomo che avevano appena assassinato con 160 coltellate, secondo quanto riportato dagli inquirenti.
Il quartiere Los Martires, il più difficile
Secondo le indagini della polizia, questa disputa tra bande di narcotrafficanti è incentrata sulla generazione del terrore nelle città di Usme, Engativá, San Cristóbal, Kennedy e Teusaquillo, ma un elemento comune sembra emergere: il quartiere de Los Martires potrebbe essere il centro di tutto quanto. È una delle zone più degradate di Bogotà, incentrato sulla prostituzione di donne e bambine, in una zona di tolleranza nonostante la prostituzione sia vietata in Colombia. Il quartiere è inoltre uno dei centri nevralgici dello spaccio di droga e quindi il territorio è spesso soggetto a guerra tra bande.
A Bogotá oltre 1.100 omicidi nel 2021
Claudia Lopez, sindaca di Bogotà, ha detto che “non accettiamo l’esecuzione macabra di nessun criminale, continuiamo a perseguitare le cosche. Sono casi macabri e orribili, le persone appaiono uccise e abbandonate negli spazi pubblici, questi tipi di eventi sono il risultato di scontri sul traffico di droga nella nostra città, la Polizia sa quali sono le organizzazioni. Risolveremo i casi e porremmo fine ai massacri”. Bogotá è una città con una popolazione stimata di circa 7,5 milioni di abitanti, che ha visto aumentare negli ultimi anni le politiche di sicurezza e le operazioni di prevenzione del crimine realizzate dalle forze dell’ordine. Ma nonostante ciò, la capitale colombiana ha visto crescere nel 2021 il tasso di omicidi. Secondo i dati riportati a gennaio 2022 dal comandante della polizia metropolitana di Bogotá, il generale Jorge Eliécer Camacho, gli omicidi nella città sono aumentati del 7%: il 2021 si è chiuso con 1.126 casi di assassinio. Un duro lavoro spetta al futuro presidente della Colombia, che verrà eletto il 19 giugno con il ballottaggio tra Gustavo Petro e Rodolfo Hernández.