Elezioni in Francia, batosta per Macron, incertezza per il nuovo governo

La coalizione Ensemble! che sostiene il presidente della Repubblica non ha ottenuto la maggioranza assoluta in parlamento. Buona affermazione della coalizione di sinistra e dell’estrema destra del Rassemblement National

Il governo cerca un accordo con altre forze politiche per formare una maggioranza

Debacle per Macron. La coalizione dei partiti che sostengono il presidente francese non è riuscita ad ottenere la maggioranza al parlamento francese. I centristi di Ensemble!, vincitori delle elezioni legislative, hanno conseguito solamente 247 seggi. Un numero di scranni insufficiente per governare senza il sostegno di altre forze politiche. La Nouvelle Union Populaire Ecologique et Sociale, raggruppamento di varie formazioni di sinistra, ha raggiunto invece 142 seggi. L’estrema destra di Rassemblement Nacional è riuscita ad ottenere 89 seggi. Per il partito guidato da Marine Le Pen si è trattato del miglior risultato in assoluto. Più soddisfacente anche di quello del 1986, in cui la formazione di estrema destra ottenne un record di 35 seggi. E molto superiore a quello delle scorse elezioni legislative, in cui il Front National ottenne appena otto deputati e non riuscì a formare un gruppo politico. Il centro destra dei Repubblicani ha conseguito infine 64 scranni.
Alta l’astensione, compresa tra il 53 % e il 54%.

Lo scenario successivo alle elezioni. I Repubblicani rifiutano ogni accordo, dai socialisti una piccola apertura
Dopo la sconfitta elettorale, per la Francia si apre una fase segnata dall’incertezza. La coalizione presidenziale dovrà cercare un accordo con un altro partito o con un altra coalizione per cercare di governare.
La prima ministra Elisabeth Borne dopo la fine delle elezioni ha dichiarato: ”Come forza centrale in questa nuova Assemblea, lavoreremo da domani per costruire una maggioranza di azione. Non c’è alternativa a questa manifestazione per garantire stabilità nel nostro paese e guidare le riforme necessarie”.
I centristi, che hanno bisogno del sostegno di circa 40 deputati per ottenere la maggioranza potrebbero allearsi tanto con i Repubblicani che con la sinistra. Per ora il centro destra, che alle elezioni legislative è tornato al 10% dei consensi, in crescita dopo la pesante sconfitta elettorale alle presidenziali, dove ha ottenuto appena il 4,78% dei consensi ha preferito tenersi fuori da un accordo elettorale. Il segretario del partito Christian Jacobs ha affermato: “Siamo all’opposizione e resteremo all’opposizione di Emmanuel Macron”.
Qualche apertura è giunta invece da Olivier Fraire, segretario del Partito socialista, che ha dichiarato: “ Il paese non è bloccato. Se il presidente vuole aumentare il salario minimo a 1500 euro, rivalorizzare le pensioni, abbandonare la loro riforma a 65 anni, bloccare il prezzo dei prodotti di prima necessità, noi siamo qua”.
Il leader della coalizione di sinistra Insoumise Melenchon non ha parlato di alleanze per il momento, ma ha proposto agli altri partiti che compongono la coalizione di sinistra di formare un unico gruppo parlamentare. Un atto di unione che garantirebbe alla Nuovelle Union Populaire Ecologique et Sociale una maggior forza per dialogare con i centristi per un eventuale patto di governo. Ma che è stato rifiutato dai Verdi, dal Partito Socialista e dal Partito Comunista. Per i primi due partiti non è esclusa un’intesa con il centristi, viste le comuni posizioni europeiste. Ma un dialogo tra questi due partiti ed Ensemble! non dovrebbe avvenire prima di un tentativo di accordo tra la coalizione di centro e quella di sinistra. Per comprendere quale sarà il nuovo governo della Francia bisognerà aspettare.
Marco Orlando

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