Il capo di Stato del paese americano in conferenza stampa ha dichiarato che nel prossimo incontro con il presidente statunitense affronterà l’argomento
Obrador ha dichiarato di essere disposto a concedere asilo politico ad Assange
Pochi giorni dopo l’annuncio del governo britannico della concessione dell’estradizione di Assange negli Stati Uniti il presidente del Messico Obrador ha dichiarato che chiederà al presidente nordamericano Biden di concedere la grazia al giornalista fondatore di Wikileaks. “Voglio affermare che chiederò al presidente Biden di affrontare questa questione, sono consapevole che va contro i gruppi duri e severi che esistono negli Stati Uniti come in tutti i paesi, ma deve prevalere anche l’umanesimo”. Ha affermato il capo di Stato messicano in conferenza stampa.
Assange è rinchiuso nella prigione di Belmarsh in attesa dell’estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di reati connessi allo spionaggio e rischia fino a 175 anni di prigione per aver svelato alcuni documenti segreti che attestavano crimini di guerra in Afghanistan e in Iraq da parte di alcuni soldati americani.
Non è la prima volta che Obrador domanda la grazia per Assange. Già lo scorso gennaio affermò di aver inviato una lettera a Trump, verso la fine del mandato del presidente americano alla Casa Bianca. Nella missiva, che non ricevette risposta, Obrador aveva chiesto di scagionare il giornalista.
Lo scorso gennaio il presidente messicano si è speso anche per concedere asilo politico al fondatore di Wikileaks.
Da Obrador lodi per il giornalista australiano
Il capo di stato del paese americano ha rinnovato la sua disponibilità ad ospitare Assange, che ha elogiato per la sua attività: ”È il miglior giornalista del nostro tempo, al mondo. Ed è stato trattato in modo molto ingiusto. Peggio di un criminale. Questo è un peccato per il mondo, il trattamento che è stato riservato a questo giornalista. Molti non sanno cosa ha fatto. È stata un’indagine non ortodossa. Raccoglieva i cablogrammi, i rapporti delle ambasciate statunitensi dove si parlava di atti di interventismo e di crimini commessi, di flagranti violazioni dei diritti umani… Non solo testi, ma immagini“. Ha spiegato Obrador, che ha affermato in un altro passo del suo discorso che: “Il suo reato, tra virgolette, è stato quello di denunciare gravi le violazioni dei diritti umani nel mondo e, inoltre, l’ingerenza del governo statunitense negli affari interni di altri paesi, questo è ciò che ha fatto Assange“. Obrador ha esortato infine l’Onu a occuparsi del caso: ”Le Nazioni Unite devono parlare, tutte le organizzazioni per i diritti umani devono promuoversi, non deve esserci silenzio”.
Marco Orlando