Nel mercato sempre più variegato dei ristoranti virtuali, che si sono diffusi a macchia d’olio durante la pandemia, si aprono possibilità anche inattese.
Una è quella perseguita da Foorban, azienda fondata a Milano nel 2016 ed attiva in Lombardia ed a Roma,
che per certi versi in effetti somiglia a una ghost kitchen – non ha uno spazio aperto agli avventori – ma per altri se ne distanzia del tutto. Non si rivolge, infatti, ai normali consumatori che ordinano sulle piattaforme di delivery ma serve le aziende, portando i suoi piatti pronti sui luoghi di lavoro, sostituendo (più o meno idealmente) quello che è il vecchio servizio delle mense. We cook, we ride, you eat. Lo slogan e l’insegna di Foorban sono in inglese, ma per il resto il primo ristorante digitale è tutto italiano: ingredienti, chef, camerieri e anche i mezzi di trasporto, Vespa, Ape Piaggio e bicicletta. Una rarità nel mondo del food delivery, ormai controllato e gestito nel nostro Paese da gruppi esteri, come Just Eat, Foodora e Deliveroo, e in arrivo c’è anche Uber Eats, che hanno acquisito le più promettenti startup italiane (Pizzabo, Clicca e Mangia e Deliverex) e sono imposti come i maggiori provider del cibo acquistato dai ristoranti cittadini e consegnato a domicilio, un mercato che solo in Italia vale 400 milioni di euro.
Un’idea che si è rivelata vincente, in particolar modo nel periodo in cui, con l’aumentare dello smart-working, il servizio mensa è sempre meno usato, mentre dall’altro lato cresce il desiderio di poter avere un pranzo curato, con prodotti di qualità e bilanciato nutrizionalmente. Tra i best seller: Buddha bowl con riso venere, hummus, avocado e zucca. Pollo alle spezie cajun e latte di cocco, riso basmati. Tataki bowl con salmone, ceci tostati, avocado, edamame, riso al limone.
“Noi gestiamo tutta la filiera – dice Stefano Cavaleri – non ci limitiamo a fare consegna di cibo preparato al ristorante scelto dall’utente e consegnato a casa, come fanno i nostri competitor. Siamo partiti a Milano con una cucina dove lavorano tre chef, una app e una piattaforma web (Foorban.com) per gli ordini e abbiamo anche una flotta di veicoli per consegnare domicilio. Pensiamo di rappresentare l’evoluzione e il punto di rottura del vecchio modello di food delivery”. Prima dell’inizio della pandemia, Foorban si occupava di un settore molto specifico del foodtech: il delivery di prodotti per la pausa pranzo.
Con gli uffici chiusi e la persone obbligate a casa, però, mandare avanti il business poteva essere un problema. Ma invece di fermarsi, la startup ha ripensato i suoi servizi: “Abbiamo fin da subito agito in maniera resiliente facendo lavorare tutto il team per lanciare il più in fretta possibile un servizio di spesa a casa a Milano con il marchio Foorban Market che è andata molto bene”, ha dichiarato il founder e Ceo Marco Mottolese, che ha lanciato la società insieme a Stefano Cavaleri e Riccardo Pozzoli. L’azienda vuole rivoluzionare il modo di pensare alla pausa pranzo in ufficio. Per questo offre alle aziende soluzioni flessibili, semplici da installare e utilizzare, adattabili a realtà più o meno grandi. Soprattutto, mette a disposizione cibo vario, gustoso e bilanciato, in un’epoca in cui lo stile di vita sano è tornato a essere al centro delle scelte aziendali ed è considerato anche come benefit per i collaboratori.
La startup milanese offre oltre 800 piatti salutari, cinque diversi ogni giorno, permettendo di scegliere tra quelli specifici per disintossicarsi a quelli proteici per lo sport, da quelli energizzanti ricchi di carboidrati complessi a quelli gourmet. Un team di chef studia ingredienti e ricette mescolando la cucina mediterranea con tocchi esotici. Tra i piatti più gettonati il wok di riso venere e salmone. Pane, olio e posate sono offerti. Il tutto funziona in modo molto semplice: con un clic sulla app o sul sito, si possono scegliere ogni giorno menù diversi e salutari, messi a punto da nutrizionisti preparati con ingredienti freschissimi nelle loro cucine.
Nel giro di mezz’ora il cibo viene consegnato a casa o in ufficio in tutto il centro città: il food delivery che scardina le regole del food delivery classico, in quanto si occupa della produzione, della consegna e ultimamente anche della cena: il servizio si estende alle ore serali con nuovi piatti dedicati. “La scelta di lanciare il servizio a cena con una modalità esclusiva e riservata non è casuale”, spiegano Stefano Cavaleri, Marco Mottolese e Riccardo Pozzoli, fondatori di Foorban. “Quello delle consegne serali – hanno proseguito – è un mercato altamente competitivo, in cui, ancora una volta, Foorban vuole inserirsi con un’offerta distintiva. Proprio come accaduto per i pranzi, lavoreremo insieme ai nostri clienti per perfezionare il prodotto e calibrarlo sulle esigenze serali, tanto dal punto di vista dei menù quanto dal punto di vista delle esigenze nutrizionali”, hanno proseguito i tre fondatori, che da poco di un anno hanno anche inaugurato il primo concept store all’interno del quartier generale di Amazon a Milano.