Straordinarie scoperte archeologiche in Iraq e Perù

Un’antica città, vecchia di 3400 anni, è emersa sul fiume Tigri, in Iraq. In Perù, invece, è stata scoperta una rete di passaggi nascosti sotto il tempio Chavín de Huántar, dichiarato Patrimonio dell’umanità nel 1985

Un gruppo di archeologi curdi e tedeschi ha scoperto un’antica città nel bacino idrico di Mosul, svuotato a causa dell’enorme siccità che sta colpendo l’Iraq. In Perù, un’equipe degli Stati Uniti ha scoperto una rete di cunicoli sotto il tempio Chavín de Huantar, dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1985

Un’antica città, vecchia di 3400 anni, distrutta da un devastante terremoto, è riemersa a causa della siccità che sta affliggendo l’Iraq. In seguito, è stata nuovamente ricoperta dall’acqua, ma si tratta di una scoperta senza precedenti in campo archeologico, avvenuta sul fiume Tigri. L’insediamento è emerso dalle acque del bacino idrico di Mosul all’inizio di quest’anno quando il livello dell’acqua è diminuito rapidamente. A scoprire la città dell’era dell’Impero Mittani di 3400 anni, un tempo situata sul fiume Tigri, è stata un’equipe di archeologi tedeschi e curdi. L’estesa città, con un palazzo e diversi grandi edifici, potrebbe essere l’antica Zakhiku, ritenuta un importante centro dell’Impero Mittani (ca. 1550-1350 aC).

Città dell’età del bronzo riemersa a causa della siccità

Come spiega l’Università di Friburgo, l’Iraq è uno dei paesi al mondo più colpiti dai cambiamenti climatici. Il sud del Paese, in particolare, soffre da mesi di una siccità estrema. Per evitare che i raccolti si secchino, da dicembre grandi quantità d’acqua sono state prelevate dal bacino idrico di Mosul, il più importante deposito d’acqua dell’Iraq. Ciò ha portato alla ricomparsa di una città dell’età del bronzo che era stata sommersa decenni fa senza precedenti indagini archeologiche. Si trova a Kemune, nella regione del Kurdistan dell’Iraq. Questo evento imprevisto ha messo gli archeologi sotto pressione, poiché era necessario scavare e documentare in fretta, almeno parti di questa grande e importante città, prima che venisse nuovamente sommersa dall’acqua, come poi è successo. L’archeologo curdo Hasan Ahmed Qasim, presidente dell’Organizzazione per l’archeologia del Kurdistan, e gli archeologi tedeschi Ivana Puljiz, dell’Università di Friburgo, e Peter Pfälzner, dell’Università di Tubinga, hanno deciso di intraprendere scavi congiunti a Kemune, che si sono svolti a gennaio e febbraio 2022 in collaborazione con la Direzione delle Antichità e del Patrimonio di Duhok, regione del Kurdistan dell’Iraq. Il finanziamento dell’opera è stato ottenuto in breve tempo dalla Fondazione Fritz Thyssen attraverso l’Università di Friburgo e in pochi giorni è stata costituita una squadra per gli scavi di salvataggio. Il team archeologico curdo tedesco aveva molto fretta di portare a termine lo scavo, perché non era noto quando l’acqua nel serbatoio sarebbe risalita.

Massiccia fortificazione, edificio di stoccaggio multipiano, complesso industriale

In breve tempo, i ricercatori sono riusciti a mappare in gran parte la città. Oltre a un palazzo, già documentato durante una breve campagna nel 2018, sono stati portati alla luce diversi altri grandi edifici: una massiccia fortificazione con mura e torri, un monumentale edificio adibito a deposito a più piani e un complesso industriale. L’esteso complesso urbano risale all’epoca dell’Impero di Mittani (1550-1350 aC circa), che controllava gran parte della Mesopotamia settentrionale e della Siria. “L’enorme edificio è di particolare importanza perché al suo interno devono essere state immagazzinate enormi quantità di merci, probabilmente portate da tutta la regione“, ha spiegato Ivana Puljiz. Hasan Ahmed Qasim ha aggiunto che “i risultati degli scavi mostrano che il sito era un importante centro dell’Impero Mittani“. Il gruppo di ricerca è rimasto sbalordito dallo stato ben conservato delle mura, a volte alte diversi metri, nonostante il fatto che le pareti fossero fatte di mattoni di fango essiccato al sole e fossero rimasti sott’acqua per più di 40 anni. Questa buona conservazione è dovuta al fatto che la città fu distrutta da un terremoto intorno al 1350 a.C., durante il quale il crollo delle parti superiori delle mura seppellì gli edifici.

Vasi in ceramica con oltre 100 tavolette cuneiformi

Di particolare interesse il ritrovamento di cinque vasi in ceramica che contenevano un archivio di oltre 100 tavolette cuneiformi. Risalgono al periodo medio assiro, poco dopo il terremoto che colpì la città. I ricercatori sperano che questa scoperta fornisca importanti informazioni sulla fine della città del periodo Mittani e sull’inizio del dominio assiro nella regione. “È quasi un miracolo che le tavolette cuneiformi fatte di argilla cruda siano sopravvissute per così tanti decenni sott’acqua“, ha assicurato Peter Pfälzner.

Progetto di conservazione per prevenire i danni causati dall’innalzamento dell’acqua

Per evitare ulteriori danni all’importante sito causati dall’innalzamento dell’acqua, gli edifici scavati sono stati completamente ricoperti con teli di plastica aderente e ricoperti con un riempimento di ghiaia nell’ambito di un vasto progetto di conservazione finanziato dalla Fondazione Gerda Henkel. La misura è stata presa allo scopo di proteggere le pareti di argilla cruda e qualsiasi altro reperto ancora nascosto tra le rovine durante i periodi di inondazione. Il sito, infatti, è ora di nuovo completamente sommerso.

Perù: gli archeologi hanno trovato una nuova rete di passaggi nascosti sotto un tempio di oltre 3.000 anni

Un gruppo di archeologi dell’Università di Stanford negli Stati Uniti, invece, ha scoperto una rete di passaggi nascosti sotto il tempio Chavín de Huántar in Perù. I tunnel, situati nelle Ande peruviane , nella regione di Ancash, hanno circa 3 mila anni. La scoperta è stata fatta il 20 maggio, quando sono stati scoperti almeno 35 passaggi interconnessi. Secondo i ricercatori, furono costruiti tra 1.200 e 200 anni prima di Cristo, nella regione andina situata a più di 450 chilometri a nord della capitale peruviana, Lima, e a 3.200 metri sul livello del mare. John Rick, il principale direttore delle indagini, ha specificato che i tunnel sotterranei mostrano segni di essere stati costruiti prima del labirinto di gallerie del tempio Chavín de Huantar, dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1985. Lui stesso, durante l’indagine, è entrato attraverso un passaggio di circa 40 centimetri di diametro e ha trovato due antichi vasi, uno dei quali aveva la figura di un condor. Per questo motivo il passaggio ha preso il nome di Galleria Condor. “Il video che abbiamo registrato ci ha rivelato che all’interno dell’edificio c’è qualcosa di invisibile, incontaminato e sconosciuto da tremila anni. C’è una nuova galleria. Ha caratteristiche di epoche precedenti che non abbiamo mai visto, e non c’era solo una ciotola di pietra: ce n’erano due, di cui una ha la forma di un condor”, ha spiegato. I reperti archeologici hanno un diametro di circa 30 centimetri e un’altezza di 25 centimetri. La ciotola di pietra con il disegno di un condor pesa 17 chilogrammi.

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