Un’altra eccellenza del made in Italy sotto attacco, il caso dell’aceto balsamico

Oltre al Prosek croato, c’è anche il “balsamico” sloveno. Settore in fermento e operatori preoccupati dalla situazione di stallo che si è venuta a creare

Il made in Italy ancora sotto attacco, ci sarebbero le condizioni per una procedura d’infrazione contro la Slovenia ma il governo non si è ancora attivato

Alla fine è scoppiata pure la guerra per il “balsamico”. Il prezioso aceto è un brand internazionalmente riconosciuto (e per questo, preso a modello) e vale la bellezza di 17 miliardi di euro e 180mila posti di lavoro, che ora si sentono a rischio. L’aggettivo ‘balsamico‘ può divenire un cavallo di troia che mette in discussione tutto il sistema delle denominazioni protette a livello europeo, le Dop e le Igp del nostro brand più conosciuto, il Made in Italy. La posta in gioco sale, se solo si pensa in un’ottica europea dove il ‘pacchetto’ vale complessivamente quasi 75 miliardi di euro, un’enormità.

Aceto balsamico di Modena dop, la nascita dello scontro

Ma andiamo con ordine. Tutto ha avuto inizio quando il Governo sloveno ha notificato alla Commissione Europea una norma tecnica nazionale in materia di produzione e commercializzazione di aceti, che oltre a porsi in evidente contrasto con gli standard comunitari ed il principio di armonizzazione del diritto europeo, sarebbe poi riuscita a creare un precedente gravissimo anche per altre DOP ed IGP.

In base alla nuova norma slovena, attualmente in fase di valutazione presso la Commissione Europea a Bruxelles, qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato si potrà chiamare, e vendere, come “aceto balsamico”, con grande offesa, quasi scherno, alla tradizione e agli sforzi fatti dai produttori delle eccellenze modenesi. Tale pericolo potrà essere scongiurato solo dopo che il Governo avrà formalizzato l’atto di opposizione.

La denominazione “Aceto Balsamico”, pertanto, potrebbe trasformarsi in uno standard di prodotto, con tutti i danni conseguenti sia sul piano della tutela che di quello economico. La posta in gioco è alta, il solo comparto dell’Aceto Balsamico di Modena vale oltre un miliardo di euro al consumo e le DOP e IGP italiane rappresentano 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione, un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti (fonte XVIII Rapporto Ismea-Qualivita), a livello Ue il valore è di circa 74,7 miliardi di euro e muovono oltre 400.000 posti lavoro all’interno della Ue (dati Euipo/Ufficio Brevetti Ue).

La reazione del Consorzio di tutela

Il consorzio di tutela, Origin e la politica si sono attivati in tutte le sedi competenti. Pareri circostanziati, ricorsi e task force. Ma la situazione è sostanzialmente in stallo. Praticamente è tutto in mano a Palazzo Chigi che, però, dallo scorso marzo è sostanzialmente inerte.

Si sono espresse sulla questione diverse realtà. Il presidente del consiglio Draghi ha ricevuto le lettere inviate dal presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena e dal presidente di Federvini-Confindustria, con le quali si chiede a Palazzo Chigi di autorizzare le competenti autorità ad avviare tutte le possibili azioni nei confronti della Slovenia, in particolare la procedura di contestazione prevista dall’articolo 259 del TFUE a tutela degli interessi della stessa Unione europea e delle norme che ne regolano il funzionamento. Praticamente, si chiede di avviare una regolare procedura d’infrazione contro il vicino sloveno.  

Le parole del Presidente del Consorzio di tutela  e difesa

La lettera a firma del presidente del Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena, Mariangela Grosoli, è datata 5 ottobre; quella del presidente di Federvini è di dieci giorni dopo, il 15 ottobre. Il timore sta nel fatto che otto mesi di galleggiamento, inerzia, anche se in questo lasso di tempo nel mondo è successo di tutto, che non può far altro che favorire la posizione del governo sloveno. Oltre al danno economico e di immagine, certo, che ha subito il Made in Italy agroalimentare in questo arco temporale. Sembra che esistano solide basi giuridiche affinché l’Italia possa avviare la procedura di contestazione prevista dall’art. 259 del TFUE.

Altri Stati membri, che oggi hanno nelle proprie normative sugli aceti la impossibilità di chiamare ‘balsamico’ qualsiasi tipo di aceto, potrebbero avvalersi della stessa, fin troppo semplice procedura seguita dalla Slovenia per aggirare le tutele che il sistema comunitario
garantisce tanto all’IGP che alle DOP menzionate quanto a tutti gli altri prodotti a denominazione. Questo rischia di tradursi – secondo le stime – in un calo della produzione e delle vendite di oltre il 60%.

Made in Italy, il timore di un attacco sistemico

Oltre alla tutela del settore dell’aceto balsamico di Modena, esiste anche il timore per tutto il resto del made in Italy. La procedura Ue di notifica di variazione della norma tecnica seguita dalla Slovenia, infatti, potrebbe essere utilizzata per attaccare le altre denominazioni Dop e Igp italiane e non solo,  di fatto nullificando gli sforzi fatti dai produttori dalle filiere per assicurare notorietà e successo a tali prodotti, garantendo redditi ai territori di origine come vuole lo spirito stesso del regolamento Ue che ha istituito le indicazioni geografiche.

“Siamo in una situazione di stallo da diversi mesi, abbiamo raccolto tutti i benestare possibili, come l’appoggio del Ministero delle Politiche agricole, quello dell’Avvocatura di stato, quello di tutte le regioni e delle Commissioni agricole di Camera e Senato. Tutti hanno dato parere positivo per l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti della Slovenia, che ad oggi è l’unico strumento che abbiamo per riparlare di questa questione e di una legge slovena che ha legiferato sull’aceto balsamico, senza alcun tipo di regolamentazione o controllo, ma sono sul nome. Oggi purtroppo questa procedura è ferma alla segreteria della Presidenza del Consiglio e sono mesi che aspetta di essere messa all’ordine del giorno. Se fossi il governo o un produttore sloveno mi meraviglierei di questa acquiescenza di quasi un anno nei confronti di una legge entrata in vigore a luglio 2021, sicuramente non è una situazione a nostro favore”. Sono le parole accorate pronunciate da Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena IGP, sul delicato argomento.

 

 

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *