Back to the 2022: La Corte Suprema Usa annulla il diritto costituzionale all’aborto, e si torna al medioevo
Cattive notizie dagli Usa, che con la decisione presa oggi attestano un grande passo indietro in tema di diritto all’interruzione di gravidanza.
Una decisione storica quella presa dalla Corte suprema degli Stati Uniti, che ha deciso di revocare la sentenza Roe vs. Wade del 1973, cancellando non solo il diritto costituzionale di abortire ma attestando l’ennesimo passo indietro in un ambito che sembra proprio non voler esser compreso a pieno.
Con tale decisione, ora gli stati saranno liberi di decidere in autonomia, preannunciando che quasi la metà lo renderà illegale. La sensazione è sempre la stessa: quella di tornare nel passato piuttosto che compiere passi verso un futuro in cui ognuno è libero di decidere cosa fare con il proprio corpo.
Il primo passo avanti, affossato da 100 passi indietro
La decisione, approfondita in questo articolo, andrà dunque a revocare la storica sentenza Roe vs. Wade del 1973, che sancì il diritto all’interruzione di gravidanza per tutte le donne americane, senza però mai diventare una legge. Anche le successive pronunce, tra cui la “Planned Parenthood v. Casey” del 1992, hanno tuttavia mantenuto la stessa linea. Il 22 gennaio del 1973 la Corte suprema americana stabilì infatti che una donna aveva il diritto di abortire “senza limiti eccessivi da parte del governo“.
Illudendoci forse all’idea di un futuro più libero, la decisione di oggi, 24 giugno 2022, presa dalla Corte suprema Usa ha ufficialmente affondato ogni speranza, riportandoci indietro nel tempo. Purtroppo, la decisione era nell’aria e a nulla sono servite le proteste di chi aveva intercettato un primo stralcio di bozza, che riportava le parole dei giudici e redatta dal giudice Samuel Alito “L’aborto presenta una profonda questione morale. La costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno stato di regolare o proibire l’aborto”.
“La Roe vs Wade è stata sbagliata fin dall’inizio in modo eclatante”, ha scritto il giudice Samuel Alito nella bozza. “Il suo ragionamento – aggiunge – è stato eccezionalmente debole, e la decisione ha avuto conseguenze dannose”.
Le decisioni dei paesi
I singoli Stati saranno dunque liberi di applicare le loro leggi in materia. Già Texas e Missouri rendono l’aborto illegale, mentre lo Stato di New York assicura: “Qui l’aborto resta legale“. Come riporta Ansa, il divieto di aborto entrerà in vigore in 13 stati americani nei prossimi 30 giorni.
Tre Stati liberali della costa pacifica, California, Oregon e Washington, hanno già annunciato un impegno comune a difendere i diritti d’aborto. “L’accesso all’aborto è un fondamentale diritto umano e resta sicuro, accessibile e legale a New York”, assicura il governatore dello Stato Kathy Hochul. Concorda anche il sindaco di New York, Eric Adams, “Qui siete le benvenute”, assicura Adams.
Le proteste in corso
Come riporta Ansa la notizia è stata presa con grande dispiacere, e fin da subito sono numerose le persone scese in piazza per protestare. “Fuori dalla Corte Suprema degli Stati Uniti è scoppiata la protesta, pochi minuti dopo che i massimi giudici hanno abolito il diritto all’aborto – si legge – I manifestanti stanno aumentando ogni minuto che passa, c’è anche un contingente di anti-abortisti che si sono abbracciati e hanno esultato alla notizia che la Corte Suprema ha rovesciato la storica sentenza ‘Roe v. Wade’”.
Le principali organizzazioni pro-choice, come riporta SkyTg24, hanno diffuso un comunicato in cui denunciano “ogni tattica e minaccia di gruppi che usano la distruzione e le violenza come mezzo, non parlano per noi, i nostri sostenitori, le nostre comunità e il nostro movimento“, si legge nella dichiarazione di Planned Parenthood, Naral Pro-Choice America e Liberate Abortion Campaign.
“Siamo impegnati a proteggere ed espandere l’accesso all’aborto e alla libertà riproduttiva attraverso un attivismo pacifico e non violento“, concludono. Planning Parenthood, infine, ha assicurato che non smetterà mai di lottare: “Sappiamo che potreste provare molte cose in questo momento: dolore, rabbia, confusione. Qualunque cosa proviate, va bene. Siamo qui con voi e non smetteremo mai di lottare per voi”, ha twittato l’organizzazione.
“Non è il tuo corpo, non è la tua scelta”, gridano le centinaia di manifestanti sorreggendo cartelli che chiedono di “abolire la Corte suprema e i suoi giudici“. “Protesteremo ogni giorno, faremo chiudere questo Paese”.
Se l’indignazione è tanta, c’è però chi festeggia la triste conquista. Il leader dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy, ha infatti accolto positivamente la decisione della Corte Suprema twittando: “Paludo a questa storica sentenza che salva vite umane”, seguito dal capo da Mitch McConnell, che ha esultato definendo la sentenza come “coraggiosa” e “corretta. Una storica vittoria per la costituzione e la società”. L’ex vicepresidente americano Mike Pence ha affermato: “La vita ha vinto”.
Le parole di Barack Obama e Joe Biden
“Oggi la Corte suprema non solo ha annullato quasi 50 anni di precedenti, ma ha relegato la decisione più intensamente personale che qualcuno possa prendere ai capricci di politici e ideologi, attaccando le libertà essenziali di milioni di persone”, queste le parole usate dall’ex presidente Usa Barack Obama, che come riportato da Adnkronos, si è immediatamente schierato contro la sentenza della Corte Suprema.
“Oggi è un giorno triste per il Paese e per la Corte Suprema” ha dichiarato invece il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, commentando la decisione. Secondo Biden, annullando la sentenza Roe vs Wade – “che rafforzava l’uguaglianza ed il diritto alla privacy, con un tragico errore è stato tolto alle donne il loro diritto di scegliere insieme ai loro medici libere dai vincoli della politica“.
“La Corte suprema ha tolto un diritto costituzionale agli americani, un diritto già riconosciuto”, ha aggiunto Biden, secondo cui si tratta di una cosa “mai avvenuta prima”.
“La salute delle donne di questa Nazione è a rischio. Ci saranno conseguenze reali e immediate“, ha detto Biden, osservando che in alcuni Stati entreranno in vigore immediatamente leggi che vietano l’aborto. Questa decisione è “così estrema che donne e ragazze saranno costrette a partorire il figlio del loro stupratore – ha aggiunto – Immaginate una donna che deve portare in grembo un bambino che è stato la conseguenza dell’incesto. È crudele”.