martedì30 Maggio 2023
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L’Ue accelera su indipendenza energetica ed integrazione

Approvate le nuove regole per rifornire le riserve strategiche di gas prima dell’inverno L’ obiettivo dell’ UE è di riempire...

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Approvate le nuove regole per rifornire le riserve strategiche di gas prima dell’inverno

L’ obiettivo dell’ UE è di riempire gli impianti di stoccaggio del gas almeno all’ 80% della loro capacità entro il primo novembre del 2022

Il 23 giugno il parlamento europeo ha approvato in via definitiva il nuovo regolamento per l’ approvvigionamento comunitario di gas naturale. 490 i voti favorevoli, 47 i contrari e 55 gli astenuti. Con questo regolamento L’ UE semplifica e incentiva le procedure per la collaborazione tra gli stati membri in materia di approvvigionamento energetico e al contempo obbliga i governi a garantire lo stoccaggio dell’ 80% delle proprie capacità. I paesi che non dispongono di impianti adeguati dovranno comunque garantirsi il controllo di almeno il 15% del loro fabbisogno attraverso accordi con gli stati confinanti. Se consideriamo che la capacità di stoccaggio complessiva dei paesi europei rappresenta solo il 25% dell’intero fabbisogno comunitario, con questa misura la comunità europea si sta sforzando di approvvigionare riserve per il 20% circa del suo fabbisogno. Non poco in condizioni di stabilità politica ed economica. Praticamente niente se invece si considerano le incertezze determinate dallo scenario bellico a cui si intende fare fronte. Anche per questo motivo, il regolamento appena approvato si pone, oltre all’ obiettivo immediato di ridurre l’ esposizione al rischio di gravi carenze, un obiettivo strategico di lungo termine e più ambizioso: creare un’ infrastruttura europea di gasdotti interconnessi che consenta la condivisione delle risorse di gas.

Gli stati membri avranno l’ obbligo di garantirne il funzionamento senza porre alcuna restrizione all’ accesso e all’ uso degli impianti di stoccaggio presenti sui propri territori. Gli impianti di stoccaggio del gas saranno considerati infrastrutture critiche e di interesse comunitario strategico e tutti i gestori dei suddetti impianti dovranno ottenere una nuova certificazione obbligatoria per ridurre il rischio di interferenze esterne. Coloro che non otterranno tale certificazione dovranno rinunciare alla proprietà o al controllo dei loro impianti. Inoltre la Commissione promuoverà, attraverso delle linee guida e altre misure incentivanti, l’ acquisto congiunto del gas e una politica energetica comune basata sul principio della solidarietà tra gli stati membri.

 

La comunità europea di fronte alle crisi mondiali

Questo nuovo quadro normativo in materia energetica è la risposta europea agli squilibri geopolitici determinati dall’aggressione russa all’ Ucraina, come il Next Generetion Eu è stato la risposta europea alla crisi socio economica determinata dalla pandemia. L’ insufficienza di tali misure però, è sotto gli occhi di tutti. Per quanto riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si consideri che l’ incremento di PIL previsto per l’ Italia grazie agli investimenti che sta finanziando è stato già quasi completamente eroso dall’ incertezza dello scenario bellico coi suoi corollari di inflazione e speculazione. L’ inadeguatezza del Green New Deal ad affrontare gli effetti più devastanti dei cambiamenti climatici invece affiora chiaramente dai letti asciutti dei maggiori fiumi europei e preannuncia scenari di insicurezza alimentare e di migrazioni forzate.

E se guardiamo ai risultati attesi da questa nuova misura in campo energetico, c’è poco da essere rassicurati dal fatto che ci sia bisogno di mettere degli obblighi legislativi per arrivare a stoccare appena il 20% del fabbisogno europeo. Mentre dall’ altro lato del fronte si trova proprio il principale fornitore di gas naturale dei maggiori paesi industriali d’ Europa.

Tuttavia non c’è dubbio che tutte queste misure vadano nel senso di una maggiore integrazione politica dei paesi dell’ Unione e che, a detta di molti analisti internazionali, questo è un passaggio necessario per un Europa che voglia affermarsi come soggetto politico incisivo su scala planetaria e che voglia contribuire ad affrontare le sfide epocali che il presente impone. Una politica di debito comune come quella sottesa al NGEU, una politica energetica comune come quella imposta con questo nuovo regolamento, insieme alle ambizioni di decarbonizzazione e protezione della biodiversità rappresentano dei piccoli passi, seppure di un millimetro al giorno, nella giusta direzione.

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