Il Marocco si prepara a regolamentare le criptovalute

La Banca centrale marocchina apre le trattative con il Fondo monetario internazionale e con la Banca mondiale sui criteri per una nuova legislazione sulle criptovalute

Rabat: la priorità è proteggere i consumatori

Criptomania

Il 27 giugno la Banca centrale del Marocco ha annunciato di aver avviato negoziati con il Fondo monetario internazionale (Fmi) e con la Banca mondiale per stabilire i criteri specifici sui quali si fonderà la nuova legislazione che dovrà regolamentare la circolazione e l’uso delle criptovalute nel paese. Innovazione, ma anche, e soprattutto, tutela della sicurezza dei consumatori. La nuova legislazione, pertanto, conterrà misure severe contro il finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro, ma la Banca centrale avverte gli utenti di mettere i conto qualche rischio, nel caso in cui volessero investire sulle criptovalute. In effetti, finora il Fmi ha vietato il conio e l’utilizzo di queste valute digitali, esortando il Salvador, primo paese al mondo a legalizzare il Bitcoin, e la Repubblica centrafricana a rivedere le proprie decisioni, dati «i rischi importanti per la stabilità finanziaria e per la tutela dei consumatori». Ma per Rabat, la regolamentazione delle criptovalute è significativa, non tanto come misura per frenare l’inflazione (che si attesta al 5,9%), quanto perché il paese è il primo in Maghreb per la loro diffusione, che riguarda il 2,4% della popolazione. Nel 2021, ad esempio, il valore complessivo degli scambi in criptovalute ha raggiunto i 6 milioni di dollari, classificando il Marocco in quarta posizione, in Africa, dopo Nigeria, Sudafrica e Kenya.

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