Il convegno: “Italia, pensioni e mobilità: storie di partenze e ritorni”, organizzato da Inps e fondazione Migrantes, ha mostrato il nuovo fenomeno migratorio
La maggior parte dei pensionati emigrati vive in Europa
Pensionati in partenza dall’Italia. Gli abitanti del bel paese non emigrano più solo per cercare un lavoro all’estero, ma anche per godersi il vitalizio nei paesi stranieri. Tra i partenti ci sono anche i lavoratori stranieri che, una volta ottenuta la pensione, decidono di tornare nel loro paese di origine.
“Noi oggi registriamo il numero importante di 326 mila pensioni che paghiamo all’estero ma questo numero è di gran lunga inferiore a quello dei nostri pensionati che ricevono dall’estero. Il solo dato della Germania copre l’intero contributo netto che l’Italia dà per i pensionati all’estero. Segno che ancora stiamo scontando in modo massiccio, il contributo negli altri paesi delle nostre migrazioni: Germania, Svizzera, ma anche alcuni paesi dell’America del Nord, la Francia, la stessa Inghilterra. rispetto a quelli di nuova migrazione”. Ha dichiarato il presidente dell’Inps Tridico nel corso del convegno: ”Italia, pensioni e mobilità: storie di partenze e ritorni”, organizzato da Inps e Fondazione Migrantes. Nell’evento le due organizzazioni hanno fornito una fotografia del fenomeno dei vitalizi in entrata dall’estero e in uscita verso paesi stranieri. “Certamente notiamo anche un incremento delle pensioni pagate verso l’Europa dell’est, l’Africa e l’Asia, segno effettivamente dei primi pensionati di questi paesi che hanno lavorato in Italia e stanno tornando nei loro Paesi d’origine, ma siamo ancora di gran lunga beneficiari netti di pagamenti provenienti dall’estero”.
Dove vivono i pensionati che emigrano e perché scelgono di partire
I dati forniti hanno mostrato come il 56% degli assegni che l’Inps versa nel mondo vanno in Europa. Il 22,8% in Nord America, il 10,7% in Oceania, l’8,1% in America meridionale, l’1,2% in Africa, lo 0,6% in Asia, lo 0,5% in America centrale.
Susanna Thomas, della Direzione Centrale Pensioni Inps ha fornito una interpretazione del fenomeno, dando una descrizione delle persone che decidono di partire e perché: “Quello dei pensionati che decidono di emigrare all’estero è un tema di grande attualità. Questi si possono suddividere in tre grandi categorie: gli immigrati che, conseguito il diritto a pensione, decidono di far ritorno nel loro Paese; i genitori di persone emigrate, che decidono di raggiungere i figli per aiutarli nella gestione dei nipoti o, più semplicemente, per evitare il senso di solitudine; infine chi lo fa per conseguire vantaggi economico–fiscali previsti da alcuni Paesi. A questi vanno poi aggiunti quei casi sporadici di cittadini che emigrano semplicemente perché cercano luoghi più esotici o maggiormente confortevoli rispetto alle personali esigenze. In questa sede, vengono analizzati i trend delle principali direttrici di emigrazione dei pensionati anche alla luce dell’introduzione di particolari elementi di favore nel trattamento fiscale della pensione”.
Aumentano gli espatri, diminuiscono i residenti
Il fenomeno dei pensionati che scelgono di vivere all’estero ha portato alla luce il problema del calo demografico in Italia. “Eravamo soliti dire che l’Italia contava uguale numero di immigrati soggiornanti nel Paese ed emigrati italiani all’estero”. Ha affermato Delfina Licata, della Fondazione Migrantes, la quale ha proseguito spiegando che: “Questa affermazione, stando alle statistiche di oggi, non è più vera: oggi il numero di connazionali che hanno scelto l’estero come luogo di residenza è superiore a quello degli immigrati che risiedono regolarmente nella Penisola. L’unica Italia a crescere è, oggi, quella che mette radici all’estero. L’Italia è uno Stato in cui la popolazione autoctona tramonta inesorabilmente e la popolazione immigrata – complice la crisi economica, la pandemia, i divari territoriali e l’impossibilità di entrare legalmente – non cresce più”.
Le pensioni delle donne all’estero, un cambiamento epocale
Una parte del convegno è stata dedicata al mutamento della condizione della donna. I dati sulle pensioni alle donne migranti hanno mostrato il cambiamento avvenuto negli anni rispetto alla condizione lavorativa della donna. Nel tempo infatti è aumentato il numero di pensioni di anzianità in favore delle donne a discapito di quelle da superstite. Un segnale di come nel tempo le donne abbiano acquisito autonomia e siano diventate un soggetto migratorio indipendente.
Marco Orlando