“Da due anni a questa parte ho scritto e riscritto ogni parola di questo romanzo, eppure ancora non so se ho scelto quelle giuste.
Alcuni capitoli sono nati nella gioia, altri mentre attraversavo bui tormenti, ma spero che nel loro insieme riescano a trasportarvi verso lidi felici.
‘Per tutto il resto dei miei sbagli’ è il mio primo romanzo, che dirlo a voce alta ancora mi soprende”. Così ha presentato su Facebook il suo primo libro (Per tutto il resto dei miei sbagli, uscito con Mondadori) Camilla Boniardi, in arte Camihawke, influencer da oltre un milione di followers su Instagram: il romanzo d’esordio di una scrittrice di talento che ha fatto della sua esperienza di vita materia pulsante, vivida, e soprattutto universale.
Camilla Boniardi è nata a Monza il il 21 giugno del 1990, dove abita tutt’ora. Dopo la maturità si è iscritta alla Facoltà di Giurisprudenza, arrivando a laurearsi. Proprio durante gli anni dell’università, si è resa conto di avere una spiccata passione per il mondo dei social ed ha iniziato a pubblicare i primi video su Facebook e YouTube, per poi approdare su Snapchat ed Instagram. In breve tempo è diventata una delle influencer più seguite in Italia e non solo.
Con i suoi oltre 1,3 milioni di followers solo sul suo Instagram, Camihawke ha poi un rapporto speciale, costituito da affetto e scambio reciproco: “È complesso gestire i rapporti con il followers però anche bello. Spero di aver costruito un rapporto di stima e rispetto reciproco, ma anche informazione: io imparo tantissimo da loro e cerco di trasferire altro a loro. È strano definirla amicizia, ma è un’amicizia virtuale a cui sono molto affezionata e di cui vado molto fiera.
È uno dei personaggi che ha saputo meglio coniugare la presenza sul web con quella degli altri media. La sua esperienza alterna la radio all’intrattenimento televisivo. È stata co-conduttrice del programma Girl Solving su Radio2. È tra le protagoniste di Pink Different su FoxLife ed ha affiancato Carlo Cracco nel cooking show ‘Nella mia cucina’ su Rai2. Nel suo romanzo, Boniardi ammette di aver voluto raccontare sensazioni e sentimenti “in un modo in cui i social, troppo veloci e troppo effimeri, non consentono di fare”. E così ha scelto la carta, un metodo antico, ma immortale, “che costringe a prendere tempo”. Ha impiegato due anni a dare vita al suo lavoro, anni intensi in cui ha imparato ad essere più organizzata e più meticolosa e ha raccontato la storia di Marta e di Leandro nei quali c’è molto di lei e del suo fidanzato, il musicista Aimone Romizi, frontman della band Fast Animals and Slow Kids con il quale ha preso casa in città. Ammette il personaggio di Marta ha dei tratti in comune con i suoi: “Sicuramente l’insicurezza ed il senso di inadeguatezza. Come Marta, anche io a venticinque anni mi sentivo persa. Di solito non si parla di questa età, ma è molto complessa, perché non hai più tutte le strade davanti come a diciott’anni, però non senti nemmeno di avere una direzione precisa. Sei immerso in una nebbia di incertezza e ti sembra che invece gli altri abbiano le idee più chiare delle tue. Dopo l’università non sapevo quale sarebbe stato il mio percorso. Vivevo in questa sorta contraddizione, perché da un lato avevo la sensazione che il tempo fosse scaduto, dall’altro in realtà ero ancora parecchio giovane”.
Per quanto riguarda la sua vita privata, Camilla Boniardi è molto riservata e sui social non condivide mai attimi che riguardano la sfera sentimentale. Si sa solo che è fidanzata con Aimone Romizi, frontman della band Fast Animals and Slow Kids. Nel 2019 Camihawke diventa Ambasciatrice AIRC, viene votata come Miglior Instagrammer ai Macchianera Internet Awards e partecipa come speaker a TedX Rimini.
“Se fai questo lavoro hai una vena creativa – dichiara Camilla – la chiave oggi, con un’offerta così ampia, non è trovare qualcosa di diverso da dire, ma il proprio tono di voce per dirlo e provare ad emergere rispetto agli altri”. E prosegue: “Sui social io faccio intrattenimento, tengo compagnia e faccio ridere, ma il social ha anche una potenza democratica che è giusto che venga sfruttata per fare attivismo: su Instagram, su Facebook, su Twitter si può dire praticamente tutto senza autorizzazione o senza qualcuno che ti dia la parola. Però poi ti devi assumere la responsabilità di quel che dici. Sono strumenti molto potenti che vanno utilizzati con criterio”. Continua sempre Boniardi, “Con il lavoro che faccio ho imparato sulla mia pelle che non si può piacere a tutti. Ovviamente c’è una parte di me che si dispiacerà, perché sotto sotto nutro la speranza di poter regalare un’emozione a chiunque leggerà il libro, ma sono consapevole che questo non è possibile. Però, ecco, ho imparato a tenere a freno la paura grazie alle persone che mi vogliono bene e che mi apprezzano”.
Una cosa è certa: a “soli” 32 anni, Camilla di strada ne ha fatta e molta. Tante sue coetanee e ragazze più giovani la prendono come modello d’ispirazione, sognando di seguire le sue stesse orme.