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L’antistrust avvia un’istruttoria su Google per abuso di posizione dominante nella portabilità dei dati

La start up Hoda, che ha creato un’app di investimento, ha dato la segnalazione all’Autorità per la Concorrenza e il...

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La start up Hoda, che ha creato un’app di investimento, ha dato la segnalazione all’Autorità per la Concorrenza e il Mercato

Ieri sono stati compiuti gli accertamenti ispettivi nelle sedi di Google con la collaborazione della GdF

L’antitrust apre un’istruttoria per abuso di posizione dominante di Google. L’autorità garante per la concorrenza e il mercato ha messo sotto osservazione il comportamento del gigante americano in merito a un presunto abuso di posizione dominante in violazione all’articolo 102 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.

I fatti

La segnalazione è arrivata da Hoda, una società italiana che ha sviluppato una app di investimento dati, che ha consentito agli iscritti dell’app Weople di poter immettere i propri dati e guadagnare ogni volta che le imprese li richiedono in forma statica, aggregata e e anonima. Il trasferimento dei dati dalle principali piattaforme internet come Facebook, Google, Amazon, Meta-Facebook o dalle applicazioni digitali come Android e Apple viene compiuto da Hoda su delega degli utenti.

Dal 2019 la società milanese ha dialogato con Google per poter individuare i meccanismi di interoperabilità con i quali gli utenti di Weople potessero trasferire i propri dati, direttamente dalla app o tramite delega.

Da quello che si legge nel documento dell’Antitrust però: “Sulla base di una mail prodotta da Hoda, sembrerebbe che Google stia elaborando un progetto per lo sviluppo di un framework condiviso per l’interoperabilità, nelle more del quale non avrebbe avuto le necessarie risorse per realizzare soltanto con Hoda il protocollo di interoperabilità, dichiarando altresì che le richieste di portabilità possono essere assicurate soltanto attraverso l’interazione con un account di Google” Google avrebbe garantito ai clienti una copia dei propri dati unicamente con il programma Google Takeout, che può essere raggiunto solo in maniera individuale dal singolo utente e previa autenticazione con id e password.

Una procedura che avrebbe scoraggiato la portabilità dei dati da parte degli utenti. Secondo Hoda infatti le richieste di trasferimento dei dati da Google all’app Weople sono diminuite del 90-95% dopo l’introduzione a luglio del 2019 di Google Takeout.

Le motivazioni dell’apertura dell’istruttoria

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha motivato nel provvedimento l’istruttoria aperta sulla società americana: “Gli ostacoli frapposti da Google all’individuazione di meccanismi di interoperabilità idonei a rendere i dati presenti nella propria piattaforma disponibili a piattaforme alternative, nel pregiudicare l’esercizio, da parte dell’utente finale, del diritto alla portabilità dei propri dati, stabilito dal menzionato articolo 20 del GDPR, si risolve in un indebito sfruttamento, da parte della stessa Google, dei consumatori finali nella misura in cui determina una limitazione dei benefici che i consumatori potrebbero trarre dalla valorizzazione dei loro dati personali”. La condotta dell’azienda americana limiterebbe la possibilità di altri concorrenti di Google di sviluppare le opportunità innovative di sviluppo dei dati.

L’antitrust in una nota ha chiarito che: “L’istituto della portabilità dei dati, nella misura in cui permette di facilitare la circolazione dei dati e la mobilità degli utenti, offre ad operatori alternativi la possibilità di esercitare una pressione concorrenziale su operatori come Google, che fondano la propria dominanza sulla creazione di ecosistemi basati sulla gestione di quantità tendenzialmente illimitate di dati, funzionale solo al proprio modello di business. Inoltre il diritto alla portabilità, se accompagnato da effettivi meccanismi di interoperabilità, può offrire agli utenti la possibilità di conseguire il massimo potenziale economico dall’utilizzo dei dati personali, anche attraverso modalità di sfruttamento alternative a quelle attualmente praticate dall’operatore dominante”.

Marco Orlando

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