Morti gli otto membri dell’equipaggio dell’aereo cargo ucraino che trasportava «materiale pericoloso» dalla Serbia al Bangladesh
Secondo la compagnia aerea ucraina Meridian, cui apparteneva il velivolo, si è trattato di un incidente causato da un guasto tecnico
Intrecci d’armi
Era partito alle 20:40 dall’aeroporto di Niš, in Serbia, l’aereo cargo Antonov An-12 della compagnia ucraina Meridian, che, secondo Belgrado, trasportava 11,5 tonnellate di proiettili di addestramento per mortaio M62 da 60 e 82 mm e razzi di mortaio M67 da 82 mm, di proprietà della società serba Valir. Un carico definito «pericoloso» dalle autorità di Belgrado, i cui dettagli sono stati diffusi dalla stessa Valir e successivamente confermati dal ministero della Difesa serbo, mentre l’amministratore delegato della Meridian, Denys Bogdanovych, ha dichiarato che gli otto membri dell’equipaggio morti erano tutti di nazionalità ucraina. Informazione confermata, in seguito, dal ministero degli Esteri di Kiev, che, come riporta Bloomberg, il 17 luglio ha inviato una delegazione di esperti a ispezionare il sito e a supportare le autorità greche nelle indagini. Riguardo la dinamica, secondo l’agenzia Reuters, poco prima dell’impatto, avvenuto attorno alle 23 ora locale vicino il villaggio di Paleochori, nella regione di Kavala, il pilota aveva segnalato un guasto tecnico, chiedendo l’autorizzazione per un atterraggio di emergenza. L’aereo, partito da Niş, dopo uno scalo tecnico ad Amman, sarebbe dovuto atterrare a Dacca, dove il carico sarebbe stato consegnato all’acquirente, il ministero della Difesa del Bangladesh. Sul luogo dell’impatto, Atene ha immediatamente inviato agenti dell’unità speciale per i disastri e personale militare, anche dai reparti di artificieri. L’accesso all’area circostante è stato prontamente interdetto e gli abitanti della zona sono stati esortati a tenere porte e finestre chiuse. Infatti, secondo le testimonianze dei quindici vigili del fuoco inviati sul posto, i fumi sprigionati dall’esplosione hanno provocato bruciore alle labbra, mentre l’aria era offuscata da una polvere bianca. Altri testimoni, inoltre, hanno riferito di fumo e calore intenso al momento dell’esplosione del velivolo, che sarebbe avvenuta prima che si schiantasse al suolo. A quel punto, si sarebbe sprigionata una nube «a forma di fungo», simile a quelle che caratterizzano le esplosioni nucleari, ma finora le analisi non hanno rivelato la presenza di alcuna sostanza tossica o radioattiva. Stando ai dati di Knoema, nel 2020 la Serbia aveva esportato armi per un valore complessivo di 33 milioni di dollari, sette in più rispetto al 2019, importandone per 133 milioni di dollari. Una crescita registrata anche dall’Istituto di politica internazionale e di economia di Belgrado. Lo scorso marzo, inoltre, il Parlamento europeo aveva condannato la Serbia, assieme alla Russia e alla Cina, per la vendita di armi alla giunta militare di Myanmar, poco dopo il colpo di Stato del 2021. Quanto al disastro aereo, Bogdanovych ha escluso qualsiasi relazione con la guerra in Ucraina. Un paese, dove, come ha di recente osservato la Cnn, i movimenti di armi sono difficilmente tracciabili.