Mario Draghi ottiene una fiducia spuntata al Senato attraverso la mancanza del numero legale
La scelta dei pentastellati di non partecipare al voto, assieme a Lega e Forza Italia, assicura paradossalmente i numeri al senato
La risoluzione Casini: per un pugno di voti
Passa con soli 95 voti a favore la richiesta di fiducia posta dal governo a palazzo Madama sulla risoluzione Casini. I voti contrari sono stati 38 e nessun astenuto. Molto basso il dato sulla presenza in aula: solo 192 senatori, mentre i votanti sono stati 133. Il quorum è stato garantito dalla presenza in aula dei senatori pentastellati che, tuttavia, non hanno votato.
Draghi non andrà subito al Colle
Il premier Mario Draghi non salirà al Quirinale questa sera. Il presidente del Consiglio ha lasciato Palazzo Chigi diretto nella sua abitazione e non al Colle, dove, riferiscono fonti di governo, dovrebbe recarsi nella giornata di domani.
Una volta acquisito il risultato del Senato, sembrava verosimile che Draghi, visto uscire da Palazzo Chigi, si recasse al Quirinale per conferire con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Lo strappo della Gelmini e la possibilità di una scissione ”draghiana”
La crisi del governo Draghi ‘miete’ la prima vittima in casa Forza Italia con lo strappo della ministra Maria Stella Gelmini. Un addio nell’aria da tempo, se pensiamo alla rottura con Berlusconi sul caso Salini.
A fine di una giornata convulsa, con il centrodestra di governo pronto a non partecipare al voto per la fiducia sulla risoluzione Casini condivisa dal centrosinistra, arriva l’addio di uno degli esponenti storici e di peso del partito di Silvio Berlusconi, attuale capo delegazione di Fi a palazzo Chigi. ”Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini”, annuncia in una nota Gelmini, che da tempo manifesta sofferenza verso la gestione del partito, ma stavolta è rimasta scottata dalla scelta del cavaliere di firmare, insieme alla Lega, una risoluzione (in qualità di centrodestra di governo) che chiedeva un Draghi bis ma alla guida di un esecutivo profondamente rinnovato e senza i cinque stelle di Giuseppe Conte.
La reazione della Lega
“Inizia la campagna elettorale”. Matteo Salvini, a quanto apprende AdnKronos, lo ha detto ai suoi, intervenendo all’assemblea dei parlamentari della Lega, in corso alla Camera. Poi il segretario del Carroccio ha assicurato come anche le dichiarazioni di Letta di ieri sera abbiano complicato la situazione. “Letta avrebbe detto Salvini – ieri alla festa dell’Unità si è suicidato, facendo uscire quelle dichiarazioni mentre si stava trattando”. Poi ha spiegato come anche Draghi sia stato “vittima di queste dinamiche”.