Bolsonaro prepara un colpo di Stato qualora perdesse le elezioni

Per Paulo Teixeira, segretario generale del Partito di Lula, ci sono i presupposti per un colpo di stato

Il presidente di estrema destra del Brasile, Jair Bolsonaro, che rischia di perdere le elezioni di ottobre a vantaggio di Lula, prepara un colpo di stato e una sorta di “presa del Campidoglio”, qualora venisse sconfitto. Lo ha dichiarato persino davanti a diplomatici e ambasciatori, inneggiando già a brogli elettorali in un sistema che non ha mai mostrato falle, chiamando a raccolta i suoi ma continuando a fare figuracce internazionali, anche di fronte a Biden. Paulo Teixeira, segretario generale del Pt, dice che i presupposti per un colpo di stato ci sono, ma il presidente della Corte suprema di Giustizia assicura che non c’è il rischio di manipolazione di voti. Nel frattempo Anitta, pop star famosissima in Brasile, dichiara il suo sostegno a Lula e potrebbe coinvolgere molti giovani

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro, che sembra in procinto di perdere le elezioni presidenziali in programma a ottobre a favore di Lula, minaccia il colpo di Stato gridando a brogli elettorali in un sistema che lo ha invece portato a diventare prima deputato, nel 1996, e poi presidente, nel 2019. In caso di sconfitta, che i sondaggi danno sempre più probabile, minaccia un golpe anche davanti a un gruppo di ambasciatori e diplomatici provenienti da diversi Paesi, una trentina almeno, dicendo chiaramente che non si fida del sistema di voto applicato in Brasile. E che in caso di sconfitta rifiuterà di riconoscere il risultato ufficiale “a meno che non sia verificabile”. Bolsonaro ha anche sostenuto che nelle ultime elezioni presidenziali avrebbe vinto al primo turno ma proprio il sistema elettorale lo ha portato al ballottaggio. I diplomatici che hanno incontrato il presidente di estrema destra hanno descritto la strategia nel discorso del presidente come una “tattica Trumpista”. Uno spettacolo bizzarro in cui Bolsonaro ha detto ciò che dice tutti i giorni ai suoi seguaci, ma con toni più pacati e sereni. Era evidente il suo sforzo di presentarsi con un minimo di serenità ripetendo in sequenza una valanga di accuse e bugie infondate in cui nessuno, a meno dei suoi seguaci e primati più fanatici, crede. Furiosi sono stati inoltre gli attacchi ai membri della Corte elettorale superiore e della Corte suprema federale. Un attacco alle istituzioni, davanti ad ambasciatori e diplomatici, non era mai avvenuto nella storia. Bolsonaro ha così violato tutte le leggi esponendo al mondo la minaccia di un colpo di stato. Alcuni ambasciatori sono stati consultati dal quotidiano conservatore O Estado de S. Paulo e, pur volendo rimanere anonimi, hanno affermato all’unanimità che si trattava di un evento di campagna elettorale che non avrebbe minato il sistema elettorale brasiliano. Tutti hanno concordato che si tratta di una tattica “trumpista”. L’unico che si è esposto, l’ambasciatore svizzero Pietro Lazzeri, ha affermato che “auguriamo al popolo brasiliano che le prossime elezioni siano un’altra celebrazione della democrazia e delle istituzioni”, affermando quindi che anche le precedenti lo erano.

Per il Partito di Lula, Bolsonaro pensa a una nuova presa del Campidoglio

Paulo Teixeira, segretario generale del Partio del Lavoratori, il Pt di Lula, parla del rischio di un colpo di stato nel suo Paese. Im un’intervista rilasciata a Pagina 12 spiega: “Mi sembra che il rischio maggiore sia che qualcosa accada nel periodo post-elettorale dopo che Lula avrà vinto. Bolsonaro ha sostenuto l’attacco al Campidoglio ordito da Donald Trump nel gennaio 2021 e i suoi seguaci continuano a intrattenere rapporti con Trump e Steve Bannon, che è stato lo stratega della campagna repubblicana di Trump nel 2016. Penso che ciò che è nella mente di queste persone sia un nuovo assalto al Campidoglio. Tutta la tecnologia delle fake news, della manipolazione nei social network, mostra un forte legame tra il bolsonarismo e gli americani. Mi sembra che siamo di fronte a un tentativo molto caratteristico di imitazione da parte di Bolsonaro: se i trumpisti hanno attaccato le istituzioni per nascondere la sconfitta negli Stati Uniti, qui possono seguire quell’esempio agendo con lo stesso metodo”. Riguardo un eventuale ruolo delle Forze Armate, fondamentale per la riuscita di un colpo di Stato, Paulo Teixeira ha affermato che “mi sembra difficile dire che in Brasile le forze armate accompagneranno un tentativo di colpo di stato. “Il generale in pensione Braga Netto – che ha detto che se verranno mantenute le urne elettroniche, che ritiene suscettibili di manipolazione, non ci saranno elezioni – dovrebbe essere il vicecandidato di Bolsonaro. Quando Braga Netto si dice disposto a non permettere le elezioni, dimostra di essere pronto, ma non direi che questa è la posizione delle forze armate nel loro insieme – ha proseguito Teixeira – . Credo che coloro che eventualmente si lanceranno in quel tipo di avventura saranno puniti. In Brasile ci sono le istituzioni. Quando qualcuno dice che non ci saranno elezioni o che non accetterà il risultato, sta minacciando la democrazia e commettendo un reato definito in una nuova legge, la Difesa dello Stato di diritto democratico”. Dall’estero arrivano segnali incoraggianti, visto che durante il Summit delle Americhe, che si è svolto a giugno a Los Angeles, il presidente Joe Biden ha affermato che le elezioni in Brasile sono pulite, respingendo le argomentazioni di Bolsonaro contro le urne elettroniche e sostenendo il parere della Corte elettorale superiore che ha dimostrato che le urne sono sicure. I deputati del Partito Democratico, quello di Biden, hanno inoltre presentato un emendamento al bilancio della Difesa che impedisce ogni aiuto militare al Brasile in caso di rottura del quadro istituzionale. L’appoggio internazionale, quindi, non c’è. “Siamo di fronte a elementi molto forti. Penso sia bene dirlo chiaramente – ha affermato Teixeira – . Non ci sono condizioni interne o esterne perché il colpo di Stato abbia successo, e chi si avventura finirà in galera”. Lula, dopo aver consultato il suo comitato elettorale, ha deciso che la militanza non debba rispondere alle tante provocazioni avvenute e che continuasse con le manifestazioni. Nel centro di Rio de Janeiro, infatti, un uomo ha lanciato una specie di bottiglia molotov che ha rilasciato escrementi quando è esplosa, mentre in un altro episodio un drone ha scaricato urina, feci e agrofarmaci sul pubblico in attesa dell’arrivo del leader del PT a Uberlandia, nell’interno del Minas Gerais. ancora più clamore ha suscitato l’omicidio di Marcelo Arruda , leader del PT a Foz de Iguazú, assassinato durante la festa del suo cinquantesimo compleanno.

Le risposte della Corte Suprema di giustizia

L’attuale presidente del Tribunale elettorale superiore, Luiz Edson Fachin, che è anche membro della Corte suprema di giustizia, attaccata da Bolsonaro, ha assicurato che non ci sono possibilità di frode e manipolazione dei voti alle elezioni di ottobre. Senza nominare mai Bolsonaro, Fachin ha criticato quella che ha definito una manifestazione di “voci senza coerenza” e “populismo autoritario”. Ha ricordato “l’inaccettabile negativismo elettorale da parte di una personalità pubblica” e ha ricordato ancora che “è molto grave fare un’accusa senza alcuna prova”. Fachin ha affermato che quanto detto dal presidente è una bugia e che l’attacco informatico, tuttora oggetto di indagine, non ha rappresentato alcun rischio per l’integrità delle elezioni presidenziali del 2019. “Dire che un hacker ha avuto accesso al codice sorgente è come sfondare una porta aperta”, ha affermato Fachin, dal momento che il codice sorgente è accessibile in ogni momento ai partiti politici, all’Ordine degli avvocati brasiliani, alla polizia federale, tra gli altri. Fachin non ha rilasciato altri commenti, ma i giuristi hanno fatto notare che Bolsonaro ha commesso almeno cinque reati definiti dalla Costituzione come “delitti di responsabilità” e sospensione dei diritti politici.

L’endorsement della pop star brasiliana Anitta aumenta i follower di Lula

Anitta è una pop star brasiliana con circa 100 milioni di follower su Instagram, Twitter e Tik Tok e 700 milioni di ascolti su Spotify con il suo ultimo disco “Versione of Me”. Anitta ha espresso la sua intenzione di voto a favore di Lula. Il comitato elettorale dell’ex operaio metallurgico Lula stima che questo potrebbe portare milioni di giovani a votare per lui. “Il clima politico che si sta vivendo in Brasile influenza le persone. L’opzione di Anitta e di altre personalità che hanno annunciato il loro voto per Lula è associata a quel clima e alla noia di Bolsonaro”, ha affermato ancora il segretario generale del Partito dei Lavoratori, Paulo Teixeira. “Credo che uno degli ingredienti che ha influenzato la sua decisione sia stata la violenza del bolsonarismo. Anitta ha dichiarato quanto l’ha colpita l’assassinio di Marcelo Arruda, il tesoriere del PT a Foz de Iguazú” per mano di un seguace di Bolsonaro. I giovani potrebbero dare una spinta in più all’elezione di Lula, visto che la disoccupazione generale in Brasile è al 14 per cento, ma tra la popolazione giovanile sale al 29 per cento.

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