Secondo i principali istituti di ricerca la fiducia degli italiani nel premier, in calo da mesi, ha raggiunto il minimo storico nelle ultime settimane
I sondaggi danno il centrodestra favorito alle elezioni con il 46,6% dei voti
Dopo le dimissioni di Draghi e la proclamazione delle elezioni da parte del presidente della Repubblica Mattarella i partiti si preparano per la campagna elettorale. I principali istituti di ricerca hanno già pubblicato alcuni sondaggi per comprendere quale può essere l’esito del voto in programma il 25 settembre e l’attuale consenso di cui godono i partiti.
Le rilevazioni effettuate negli ultimi mesi hanno mostrato come il gradimento degli italiani nel governo Draghi sia diminuito notevolmente. Il rilevante calo nel tempo del consenso del primo ministro può essere visto come una delle cause che hanno determinato la mancata fiducia di alcuni partiti nei confronti dell’esecutivo. I dirigenti delle formazioni politiche che non hanno votato la fiducia al governo potrebbero aver letto l’eventuale caduta di Draghi come un evento che non avrebbe determinato un calo considerevole nel consenso dei loro partiti.
I numeri del consenso verso Draghi
Nello specifico una rilevazione compiuta da Dire/Tecné nello scorso mese e pubblicata il 25 giugno ha mostrato come in un anno la fiducia personale nel premier degli intervistati fosse diminuita in modo significativo, passando dal 62% del 25 giugno 2021 al 52,6% del 24 giugno 2022. Il consenso di Draghi ha raggiunto il massimo del 67% lo scorso 3 settembre. A dicembre, in seguito allo sciopero generale dei sindacati, la stima nel primo ministro ha cominciato a scendere in maniera decisa. Il 4 marzo il 53,6% degli interpellati si fidava del presidente del Consiglio dei ministri.
Un altro sondaggio realizzato dallo stesso istituto di ricerca tra il 30 giugno e il 1 luglio ha rilevato come il 52,3% degli intervistati avesse fiducia in Draghi, mentre il 42,2% dava un giudizio negativo nei confronti del premier. Lo stesso rilevamento indicava come il 49,5% delle persone consultate non avesse fiducia nel governo Draghi. Solo il 46% degli interpellati dava invece un giudizio positivo all’operato dell’esecutivo.
L’ultimo sondaggio in ordine temporale, pubblicato da Euromedia Research ieri, stimava invece il consenso di Draghi al 52,3%, in risalita di 4,7 punti percentuali in 10 giorni. Un fatto determinato dalla crisi di governo, che ha avuto un effetto benefico sul gradimento del premier.
I sondaggi sui partiti e le coalizioni elettorali
Dopo il voto di sfiducia a Draghi i partiti si stanno preparando per le nuove elezioni che si terranno il 25 settembre. Il centrodestra si presenterà unito al voto, mentre per il centrosinistra le incognite sono molte. Il segretario del PD Letta ha affermato che è difficile ricomporre un’intesa con il Movimento 5 Stelle. Ma l’alleanza con il partito guidato da Conte sarebbe quella che darebbe l’opportunità al centrosinistra di riuscire a competere con i rivali del centrodestra.
Il sondaggio elaborato da Agi/You trend e pubblicato ieri, che ha compiuto una media ponderata delle rilevazioni elaborate dai principali istituti di ricerca, dà il centrodestra al 46,6%, mentre una coalizione tra il Movimento 5 Stelle e il PD sarebbe al 34,7%. L’alleanza tra il PD, Italia Viva e Azione che non comprenderebbe il Movimento 5 Stelle e la sinistra radicale viene data al 29,7%.
Il partito che gode del maggior numero di consensi è Fratelli d’Italia, dato al 22,8%, tallonato dal Partito Democratico al 22,1%. Seguono la Lega con il 14,4% e il movimento5 Stelle con il 10,8%, Forza Italia con l’8,4%, Azione/+Europa al 4,9%, Italia Viva al 2,7%, Italiexit al 2,6%, i Verdi al 2,2%, Articolo 1/Mpd all’1,9%, Sinistra Italiana all’1,8%. I dati vanno presi con la dovuta cautela perché gli indecisi sono tanti, e molte persone decidono il partito da votare nelle ultime due settimane.
Di sicuro ci sarà una campagna elettorale fatta sotto il caldo sole estivo. Ma gli italiani, che in questo periodo si godono le ferie, probabilmente si interesseranno solo a settembre della politica.
Marco Orlando