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La crisi di governo vista dal New York Times

L’Italia torna al voto e il mondo ci guarda in attesa di capire se il nostro Paese sarà l’anticamera di...

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L’Italia torna al voto e il mondo ci guarda in attesa di capire se il nostro Paese sarà l’anticamera di un nuovo fenomeno politico: il neofascismo al potere.

“Il futuro è l’Italia, ed è desolante”, è l’analisi del NY Times sulle prossime elezioni: ancora una volta laboratorio dell’occidente.

Torna chi portò al tracollo il Paese nel 2011? L’asse di centrodestra era stato cacciato nel 2011 con il Paese sull’orlo del tracollo finanziario mentre il mondo rideva dell’Italia e dei bunga bunga del suo presidente. Ora il 25 settembre la stessa formula, ma molto più spostata a destra, è data per sicura vincente.

Lo storico giornalista americano David Broder, autore che sta lavorando ad un libro sul fascismo nell’Italia contemporanea, ha analizzato quel che sta succedendo: l’Italia come 100 anni fa può mostrare al mondo quel potrà accadere anche in altri Stati. ”Fratelli d’Italia sta per diventare il primo partito di estrema destra a guidare una grande economia dell’eurozona”. “Il governo italiano si è spaccato tra i rancori, quando i principali partiti si sono astenuti dal voto di fiducia e hanno inferto un duro colpo al premier Mario Draghi, non lasciandogli altra possibilità che dimettersi”.

Inizia così il pezzo che l’autorevole quotidiano statunitense dedica alla crisi politica in Italia e ad una giornata “iniziata con Draghi” che sarebbe potuto restare alla guida del governo e che invece “si è conclusa con recriminazioni, divisioni sempre più profonde e la quasi certezza di elezioni in autunno che favoriranno un gruppo di partiti di centro ed estrema destra”. Il quotidiano specifica inoltre che con le dimissioni di Draghi “si chiude un periodo di eccezionale stabilità e influenza politica e si apre una stagione politica che si promette caotica”, con l’Italia che torna di nuovo a essere un laboratorio politico per l’Europa”.

In particolare, Broder si sofferma sull’ascesa del partito Fratelli d’Italia e sulla figura della sua leader Giorgia Meloni, divenuti fonti di ispirazione in altri Paesi europei, dice il giornalista rifacendosi alle parole contenute nel libro di memorie di Meloni. La leader di Fratelli d’Italia “si presenta come una politica coi piedi per terra”, ma allo stesso tempo “mescola in modo micidiale le paure del declino della civiltà con aneddoti popolari sui suoi rapporti con la sua famiglia, Dio e l’Italia”.

L’esempio di questa tecnica retorica è il comizio della leader di Fratelli d’Italia in Andalusia, a sostegno della campagna elettorale di Vox, partito di estrema destra che guarda con nostalgia al regime di Franco. Il libro si apre con una chiamata alle armi eccessiva perfino per un memoir politico: “If this is to end in fire, then we should all burn together” (Se tutto questo finirà in fiamme, allora bruceremo insieme).

La crescita italiana, scrive il New York Times, “è rimasta piatta negli ultimi due decenni, mentre il debito pubblico incredibilmente alto ha ostacolato gli sforzi per rilanciare il Paese. La disoccupazione giovanile è sempre elevata e la disuguaglianza regionale è profondamente radicata. In questa atmosfera di declino, il messaggio di Fratelli d’Italia – che la salvezza nazionale può essere trovata solo tenendo lontani i migranti e nella difesa della famiglia tradizionale – ha trovato un pubblico ricettivo”.

In conclusione e per tutti questi motivi, l’autore riprende una frase del libro di Giorgia Meloni (che in realtà cita Ed Sheeran): “Se deve finire in un incendio, allora dobbiamo bruciare tutti insieme. Se l’estrema destra prenderà il controllo del governo, in Italia o altrove, sicuramente qualcuno di noi lo farà”.

Giulia Cortese

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