L’allarma è lanciato da Cia ma segue quello di Coldiretti di fine giugno; il settore è in subbuglio e la produzione in grave difficoltà
Il problema deriva sempre dalle temperature troppo alte che producono un fenomeno che porta alla mancanza di ossigeno nell’acqua, con relativa sofferenza dei mitili
Neanche le vongole se la passano bene in queste giornate roventi. Anzi, potremmo parlare di estate orrenda per gli amati mitili. Ormai, un chilo di vongole veraci veleggia oltre i 15 euro all’ingrosso, che diventano pure 20 al dettaglio, facendo segnare un clamoroso + 40% rispetto al 2021, mentre i consumi calano del 50%. Il settore è dunque in ginocchio, e ciò succede per via della morìa di mitili nelle lagune del Delta del Po, in cui si concentra la quasi totalità degli allevamenti di vongole veraci del Paese.
L’ampiezza del comparto della mitilicoltura
Sono ben 1500 le aziende, per una produzione di circa 95mila tonnellate annue, che lamentano il rischio di mancati redditi per decine di milioni. Le proibitive temperature di maggio e giugno insieme alla portata ridottissima di Po e Adige hanno messo in crisi tutti gli operatori, gettando ombre sul futuro dell’acquacoltura nazionale. Danno significativo anche per il settore della ristorazione, che nell’alta stagione si vede costretto a ritoccare i listini. Il primo piatto condito col mollusco più amato dagli italiani si attesta ormai sui 14 euro in media, dagli abituali 12.
Negli allevamenti di cozze e vongole del Po l’innalzamento delle temperature, unita alla impossibilità di ricambi di acqua, sta dunque provocando l’espansione a macchia d’olio del fenomeno della cosiddetta “acqua bianca”, ovvero aree di delta in cui la decomposizione di alghe e sostanza organica ruba l’ossigeno necessario alla vita di vongole e cozze, uccidendole. Secondo Coldiretti Impresapesca «la situazione climatica sta mettendo in pericolo il lavoro di centinaia di famiglie di pescatori e allevatori ittici. Se non ci sarà un cambiamento radicale delle condizioni meteo, il livello di salinità rischia di salire dal 30 al 70 per mille». L’emergenza acqua per le vongole del Delta del Po si aggiunge a quella rappresentata dal caro carburanti, con il prezzo medio del gasolio per la pesca che è praticamente raddoppiato (+90%) rispetto allo scorso anno. Bisogna portare via le alghe, dunque, per salvare le vongole della Sacca degli Scardovari.
Tutti i rischi per l’impresa e per la salute
Ancora peggiore il quadro tracciato da Cia; £con il caldo anomalo di questi ultimi mesi si stima un 35% di molluschi morti negli specchi d’acqua stretti fra il Delta del Po e l’Adriatico, habitat ideale per la vongola verace che dal Polesine arriva, poi, sulle tavole di tutti gli italiani”.
Il comparto va, dunque, tutelato per evitare che la contrazione produttiva porti a un aumento dell’import da Grecia o Turchia, andando incontro all’85% dei consumatori italiani che ha dichiarato di preferire, sempre secondo la Cia, il prodotto ittico allevato in Italia, proprio perché nessun Paese può competere con la serietà dei nostri controlli, che rendono il prodotto costantemente tracciato.
Per fare fronte alla crisi, si chiedono aiuti concreti e lo stanziamento di fondi per implementare le infrastrutture idrauliche, unica arma contro gli effetti delle annate calde e siccitose (mare calmo e fioriture di alghe), sempre più frequenti. Proteggendo con opere di sbarramento le lagune, il maggiore idro-dinamismo di questi ecosistemi aumenterebbe la loro resistenza agli scompensi del climate change.