L’esecutivo sta studiando le misure da inserire nel Dl aiuti, che dovrebbe avere un valore stimato intorno ai 12-13 miliardi.
Il taglio dell’iva su alcuni generi alimentari, l’estensione del bonus sociale per luce e gas, la proroga del taglio delle accise, le misure valutate dall’esecutivo
Il governo prepara le nuove misure di aiuto contro l’inflazione. Secondo l’Ansa il governo starebbe valutando di inserire nel Decreto aiuti una nuova proroga del taglio delle accise di 30 centesimi. Lo sconto, che è stato prorogato fino al 21 agosto, potrebbe essere prolungato per altri 40 giorni fino a fine settembre.
L’esecutivo starebbe studiano anche una proposta che ha previsto di azzerare l’iva su pane e pasta e di dimezzare quella su carne e pesce che passerebbe dal dal 10% al 5%. Un misura che dovrebbe costare circa 4 miliardi di euro. Allo studio ci sarebbe anche l’estensione alle fasce di reddito superiori ai 12.000 euro del bonus sociale per luce e gas, che viene oggi usufruito da 5 milioni di famiglie.
“E’ un piano concreto ed eventualmente alternativo o aggiuntivo ai 200 euro” – ha detto a Radio 24 la viceministra dell’Economia Laura Castelli, la quale ha risposto all’intervistatore che le ha chiesto se il governo stava pensando a questa possibilità affermando che: “Si stanno valutando i costi di entrambe le misure e soprattutto quali siano le più impattanti sulla vita degli italiani, interverremo in questo senso nel decreto di luglio“. La viceministra ha proseguito spiegando che: “Stiamo riassestando in queste ore il decreto, le risorse che vengono dall’assestamento sono di più, stiamo contando perché l’aumento dei tassi di interesse erode un po’ queste risorse, ma non è una misura in deficit come tutti i decreti che abbiamo fatto quest’anno“. Castelli ha dichiarato poi che le risorse economiche necessarie per la copertura del DL aiuti, stimate in 12-13 miliardi sono una cifra vicina alla realtà e ha concluso spiegando che: “Se non fosse caduto il governo probabilmente avremmo fatto questo decreto di luglio e anche altri interventi prima della legge di bilancio“.
Mercoledì è in programma il vertice tra l’esecutivo e i sindacati per discutere le misure del Dl aiuti.
Il commento del Codacons
“Si all’azzeramento dell’Iva su pane e pasta, ma la misura deve essere estesa a tutti i prodotti alimentari, perché non basta intervenire solo su tali beni”. Lo ha affermato il Codacons in una nota, commentando le dichiarazioni rilasciate oggi dalla viceministra dell’economia Laura Castelli.
“L’elenco dei maxi-rincari che nell’ultimo periodo hanno interessato il comparto dell’alimentazione è lunghissimo e rende necessario in intervento che abbracci tutti i beni alimentari – ha spiegato l’associazione – Oggi un chilo di pasta, in base ai dati Istat rielaborati dal Codacons, costa in media il 22,6% in più rispetto allo scorso anno, mentre il pane è rincarato dell’11,4%. Coinvolti dagli aumenti dei listini anche frutta, verdura, latticini, olio, acqua, tutti beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno, e per questo si rende indispensabile un intervento volto ad abbattere l’Iva e riportare i prezzi al dettaglio alla normalità”.
Quanto sono rincarati i prezzi dei generi alimentari negli ultimi mesi
Il Codacons ha compiuto un indagine sull’aumento dei prezzi. La ricerca effettuata dall’associazione dei consumatori ha mostrato come nel settore alimentare l’olio di semi abbia registrato il rincaro più elevato: il 68% in più rispetto a giugno 2021. Al secondo posto il burro, aumentato del 28,1%, al terzo uno dei prodotti più mangiati in Italia: la pasta, il cui prezzo è aumentato del 22,6%. Poi la farina, con una crescita del costo del 20,6%,i pomodori, che hanno registrato una salita del prezzo del 19,4%, la frutta fresca con un rincaro del 10,8%. All’interno di questa categoria alimentare il valore delle sole pesche è cresciuto del 18,4%.
Il Codacons ha segnalato come tutti i prodotti alimentari abbiano subito un aumento del costo per i consumatori: lo zucchero del 9,5%, il pesce fresco del 10,3%, le acque minerali e l’olio d’oliva dell’8,2% il caffè del 6%.
Marco Orlando