La misura era stata introdotta dal governo di Josè “Pepe” Mujica nel 2013
L’iniziativa per abrogare la legge sull’uso e la vendita legale della cannabis viene dai legislatori del partito di estrema destra Cabildo Abierto, che però non avrebbero i numeri necessari per abrogarla
Quasi dieci anni dopo la sua approvazione, i legislatori di Cabildo Abierto stanno spingendo per rendere illegale la marijuana. Il presidente, Luis Lacalle Pou, sostiene l’iniziativa. Da Cabildo Abierto, però, confessano di non avere ancora i numeri per abrogare la legge. La vendita e l’utilizzo ricreativo della cannabis è legale in Uruguay dal 19 luglio 2013, primo Paese al mondo a legalizzare la marijuana. La legge 19.172 era stata approvata in Uruguay nell’ultimo tratto del governo del Frente largo, allora guidato dal presidente José “Pepe” Mujica.
Ora, però. Josè “Pepe” Mujica è in pensione e i legislatori al potere vogliono abrogare quella legge, con l’appoggio dell’attuale presidente Luis Lacalle Pou. Quest’ultimo, in un’intervista rilasciata alla BBC nel maggio 2022, aveva espresso il suo parere sulla regolamentazione della cannabis: “Credo che lo Stato non debba dedicarsi alla semina e alla vendita. Non ho votato per quella parte della legge – aveva spiegato – se troviamo consenso con il resto dei legislatori del partito al governo, siamo disposti ad avanzare nell’abrogazione totale, parziale o qualunque cosa porti, in qualche modo, a ridurre al minimo gli effetti negativi che la marijuana ha sulla società”, ha dichiarato il presidente.
D’altronde nessuno del suo partito, il Partito Nazionale, noto anche come Partito Blanco, aveva votato a favore di quella legge, come affermato dal deputato Álvaro Perrone, che ha dichiarato “Nessun bianco ha votato per la legge. Perché non dovrebbe essere abbandonata ora?”. A proporre l’abrogazione della legge sulla regolamentazione e il controllo della cannabis sono tuttavia i legislatori del partito Cabildo Abierto, partito di estrema destra dell’Uruguay. “Riteniamo che la strada scelta non sia delle migliori”, ha affermato il senatore ed ex comandante in capo dell’esercito del Paese, Guido Manini Ríos.
L’iniziativa di Cabildo Abierto ha il sostegno di alcuni rappresentanti del partito di governo, ma non ha effettivamente i numeri per abrogarla, come sostengono loro stessi. Il senatore Manini Ríos, fondatore del partito di estrema destra, ha inoltre affermato in conferenza stampa che “c’è stato un aumento del consumo di droga nel Paese” ed ha auspicato una “campagna aggressiva per sensibilizzare i nostri giovani sui danni irreversibili causati dal consumo di cannabis e dal problema sociale che sta generando, a cominciare dalla famiglia stessa”. Una marcia indietro retrograda che si spera non abbia seguito né in Uruguay né in altri Stati dove l’uso della cannabis è consentito dalla legge.