Momento duro per l’oro nero modenese, dopo il Prosek croato adesso l’attacco al Made in Italy riguarda il balsamico, che si deve difendere dal prodotto sloveno. Il cui nome, però, sembra proprio fare il verso al nostro
E pensare che nell’ultimo anno l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop ha visto incrementare la produzione con valori a due cifre, nell’ordine di un + 60%. Lo rende noto il Consorzio di tutela
Tempi duri per il balsamico. Secondo il governo italiano, l’Aceto balsamico sloveno costituisce un caso di Italian sounding, un prodotto che “suona” italiano e quindi viene apprezzato a prescindere e mina le vendite di uno dei leader del made in Italy agroalimentare, sia per valore che per export. Chiaramente gli sloveni non la pensano così, e si difendono intendendo come semplice aggettivo il “balsamico” della denominazione, mentre in realtà sappiamo che ne è parte integrante.
Scontro commerciale italo – sloveno
Continua dunque lo scontro tra due paesi membri, scontro che rischia di mettere a rischio – se dovesse persistere la linea slovena – non solo il riconoscimento della denominazione dell’aceto balsamico, ma tutto il sistema delle denominazioni italiano (circa 17 miliardi di euro di valore) nonchè tutto il sistema delle denominazioni europeo (circa 75 miliardi di euro).
Federvini e il Consorzio dell’aceto balsamico di Modena Igp hanno solertemente inviato a ottobre due lettere alla presidenza del Consiglio affinché il governo italiano prendesse formalmente una posizione netta in merito al comportamento della Slovenia, chiedendo l’avvio della procedura di infrazione o il ricorso alla Corte di Giustizia Ue. La Farnesina è pronta a dar battaglia proponendo un ricorso alla Corte di Giustizia come previsto dall’articolo 259 del TFUE. Il Governo sta continuando a portare avanti la questione, con grande attenzione e col massimo impegno, nei contatti a livello politico, anche ai più alti livelli con la parte slovena.
Aceto Balsamico di Modena, i numeri di un successo
Forse l’oro nero emiliano è sotto attacco perché riscuote ampio successo sul mercato. Il consumatore ha confermato in questi anni di avere una particolare attenzione per i prodotti di qualità e lo ha dimostrato continuando a premiare il Balsamico pur non trattandosi di un bene alimentare di prima necessità, in un momento economico per altro particolarmente difficile.
Il confronto, fortemente a saldo positivo, con l’annata 2021 è per tutto il comparto un motivo di grande soddisfazione e la conferma arrivata dai numeri non fa che rafforzare sul mercato il valore dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, il quale nonostante i continui aumenti nei procedimenti produttivi ha retto molto bene negli ultimi esercizi.