Il processo per diffamazione contro Alex Jones, il fondatore del canale InfoWars, prende una piega inaspettata quando l’avvocato dei genitori delle vittime della strage della scuola elementare di Sandy Hook rivela di aver ricevuto “per errore” un file contenente tutti i messaggi e le e-mail di Jones degli ultimi tre anni – messaggi che provano che Jones sapeva che la strage di Sandy Hook era “al 100% reale” malgrado diffondesse la teoria che fosse stata solo una messa in scena.
Alex Jones appartiene all’ultradestra radicale americana. Da anni, attraverso il suo canale (e impero economico) InfoWars ha diffuso le teorie cospiratorie del Nuovo Ordine Mondiale, una miscela di teorie QAnon e proclami di Dugin che ritengono il mondo dominato da cabale che intendono assumere il controllo globale.
Alex Jones e Trump
Vicino a Trump, ne aveva non solo promosso l’ascesa con incessanti esaltate trasmissioni sul suo canale, ma era anche stato tra i maggiori finanziatori del rally del 6 gennaio 2021, culminato poi nell’assalto a Capitol Hill al quale lo stesso Jones aveva partecipato. “Abbiamo solo appena iniziato a resistere ai globalisti. Abbiamo solo appena iniziato la nostra lotta contro la loro tirannia,” aveva gridato in uno dei comizi. Aveva anche definito Joe Biden uno “schiavo di Satana” e affermato: “Qualunque cosa accada al presidente Trump in 15 giorni, sarà ancora il presidente eletto di questa repubblica. E non riconosceremo l’agente cinese comunista Joe Biden, o i suoi controllori”.
Per il suo ruolo nell’insurrezione, Jones era stato convocato dal Comitato d’inchiesta sugli eventi del 6 gennaio, ma durante gli interrogatori, aveva invocato per oltre 100 volte il quinto emendamento, avvalendosi della facoltà di non rispondere per non auto incriminarsi. Per il comitato, Jones sarebbe stato uno degli intermediari tra la Casa Bianca, i Proud Boys e gli Oath Keepers, i coordinatori sul campo dell’insurrezione.
Il negazionismo e la strage di Sandy Hook
Per anni, il suo canale InfoWars è stato uno dei maggiori spin delle varie teorie cospiratorie diffuse durante l’era Trump. Molte di queste evolvevano intorno al negazionismo. Negare l’esistenza di fatti ritenuti “scomodi” e accusare i democratici di manipolazioni mediatiche aveva lo scopo di screditare i media tradizionali allontanandone il pubblico e creare di fatto una bolla d’informazione “alternativa”. La propaganda di Jones spaziava dalla negazione del Global Warming a quella del Covid passando per le stragi nelle scuole.
A partire dal 2012, Jones aveva diffuso teorie su un complotto dei democratici sostenendo che la sparatoria alla scuola elementare Sandy Hook (dove avevano perso la vita 20 bambini e 6 insegnanti) non era mai avvenuta e fosse “pura finzione”. Nelle sue trasmissioni aveva a più riprese affermato che le vittime non esistevano, che l’incidente era stato “messo in scena” e che tutte le persone intervistate erano “attori”. Da allora, è cominciata una lunghissima battaglia legale da parte dei familiari delle vittime che ha condotto al processo in corso. Malgrado ciò, Jones, fino a pochi giorni fa, aveva continuato a insistere con la sua teoria.
Il colpo di scena
Il colpo di scena è avvenuto in aula quando l’avvocato dei genitori delle vittime di Sandy Hook ha rivelato che gli avvocati di Alex Jones gli avevano inviato “per errore” il contenuto del telefono di Jones.
Non è chiaro se l’”errore” da parte degli avvocati di Jones sia stato veramente tale o si sia trattato di un intenzionale voltagabbana (dall’inizio dell’iter giudiziario, Jones ha cambiato 15 legali), ma il fatto resta che il contenuto prova che Jones non dubitava affatto che la strage di Sandy Hook fosse realmente avvenuta e dunque aveva deliberatamente scelto di mentire in trasmissione e diffondere falsità.
Messo alle strette, Jones ha dovuto ammettere di sapere che la strage di Sandy Hook era “al 100% reale” e che dunque aveva mentito ai suoi ascoltatori, ma soprattutto (cosa ben più grave) che aveva mentito alla Corte nelle sue precedenti dichiarazioni.
Ma i guai per Jones non finiscono qui
Le e-mail trovate nel telefono rivelano che durante la sua campagna incentrata nel far credere che Sandy Hook fosse una messa in scena, il suo canale InfoWars fatturava circa 800.000 dollari al giorno. Jones dunque speculava sulla negazione della strage ai danni delle famiglie che, oltre a dover fare i conti con la tragedia, venivano molestate dai negazionisti.
A parte l’inevitabile sconfitta in sede civile (in cui si prevedono risarcimenti per milioni), Jones è ora accusato di spergiuro. Diversi media americani riportano inoltre che il Comitato 6 gennaio avrebbe intenzione di richiedere il file con i tre anni di messaggi e di e-mail per verificare le comunicazioni avvenute tra Alex Jones e la Casa Bianca prima e durante l’insurrezione a Capitol Hill.