È il 13 agosto del 1968 quando Alexandros Panagulis, noto come “Alekos”, mette un ordigno sul ponte che collega Atene con la residenza del dittatore greco Geōrgios Papadopoulos.
Panagulis viene arrestato, torturato e seviziato per mesi in quanto esecutore ufficiale dell’attentato.
La condanna a morte e il carcere
Al processo si autoaccusa e propone egli stesso la sua condanna a morte mediante fucilazione, pieno di rammarico per aver fallito nell’impresa. Nonostante la condanna, il plotone d’esecuzione viene fermato dalla mobilitazione internazionale.
Rimane così in carcere e, dopo aver tentato inutilmente di evadere per ben due volte, viene rinchiuso in cella d’isolamento, sottoposto a torture e sevizie continue, psicologiche, sessuali, fisiche.
Nel 1973 esce dal carcere grazie a un’amnistia.
L’incontro con Oriana Fallaci
A solo un giorno di distanza dalla sua scarcerazione, incontra Oriana Fallaci per un’intervista. Immediatamente nasce fra i due un amore intenso, tormentato, fortemente passionale che dura fino alla morte di Alekos, avvenuta nel 1976 per un incidente stradale dai tratti decisamente oscuri. In moltissimi dicono che sia stato ammazzato, ma non ci sono le prove.
(Nella foto, del 18 novembre 1968, una manifestazione a Milano per la liberazione di Panagulis)