Mafia: arresti nel trapanese, pm ‘fedelissimo Messina Denaro ha ricreato rete relazioni boss’

Handout picture released by Italian police on Monday July 4, 2011, shows new identikit picture of the Sicilian Mafia's fugitive head, Matteo Messina Denaro. The image of Denaro, 49, has been aged to update a previous identikit issued in 2007, a year after he took over Cosa Nostra following the arrest of Bernardo Provenzano. "We used the last photo we had of him and put some years on it, using computer-generated parameters from relatives to help us," police said. Listed by Forbes magazine as among the 10 most wanted criminals in the world, Messina Denaro has been on the run since 1993. A year ago police were able to reconstruct his DNA. The genetic profile of the so-called 'Godfather of Trapani' was identified through tests on biological evidence, including hair, obtained from Messina Denar??s brothers without their knowledge. Identifying the DNA was considered a major breakthrough because he has never been arrested.

Mafia: arresti nel trapanese, pm ‘fedelissimo Messina Denaro ha ricreato rete relazioni boss’

L’inchiesta antimafia di oggi nel trapanese ha permesso di ricostruire la successione al vertice di Cosa nostra marsalese, “individuando i soggetti allo stato gravemente indiziati di rivestire il ruolo di reggenti e documentandone le interlocuzioni con l’esponente mafioso campobellese”. Il riferimento degli inquirenti è a Francesco Luppino, ritenuto uno dei principali portavoce di Matteo Messina Denaro, scarcerato tre anni fa. Alla’uscita dal carcere ha nuovamente tessuto la rete di relazioni del boss latitante Messina Denaro. Sono stati anche acquisiti gravi indizi con riferimento a “dinamiche associative ultra-provinciali, in direzione di cosa nostra palermitana, agrigentina e catanese nel cui ambito i trapanesi venivano indicati come “quelli che appartengono a Matteo Messina Denaro””; “le attività di infiltrazione di cosa nostra trapanese nel tessuto economico/sociale con riferimento a presunti condizionamenti della libertà degli incanti, alla gestione, in forma pressoché monopolistica, del settore della sicurezza nei locali notturni e del recupero crediti”. E ancora: “interventi finalizzati ad alterare le procedure di aggiudicazione di immobili oggetto di asta giudiziaria; presunte estorsioni in danno di aziende locali nel settore enogastronomico (tra cui una cantina vinicola) e turistico (strutture ricettive); la disponibilità di armi da fuoco”.

Nel corso dell’operazione sono state effettuate numerose perquisizioni su siti ritenuti di interesse anche ai fini della ricerca del latitante ed intensificate le attività di controllo del territorio nelle località di maggiore interesse operativo.

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