Dopo un circo mediatico durato oltre un mese, Liz Truss è eletta leader dei Tories e nuovo Primo Ministro della Gran Bretagna, ma a poche ore dalla sua elezione, 12 deputati già preparano una mozione di sfiducia.
Sembra una tragedia Shekaspeariana, piena di trame, complotti, traditori e di colpi di scena. Hunt e Sunak che tramano per far cadere Johnson, Sunak che scalza Hunt, Truss che soffia il posto a Sunak e Johnson che tenta di far cadere Truss appena eletta. Se non fosse che stiamo parlando del governo di una delle 7 potenze del mondo alle prese con una delle peggiori crisi economiche degli ultimi 50 anni e con un’inflazione prevista del 22% sarebbe divertente. Invece, appunto, è una tragedia.
C’è chi sbandiera il sistema maggioritario come una garanzia di solidità di governo, ma non è così. Il maggioritario ha consentito ai Tories di conquistare una maggioranza di 80 seggi con solo il 43% dei voti. Il 57% dei britannici non li voleva nel 2019 e il 68% non li vuole adesso ma quegli 80 seggi li rendono intoccabili fino a che non decidano d’indire le elezioni, anche se non sono in grado di eleggere un nuovo leader che abbia un largo consenso all’interno del partito o di governare il Paese.
Il maggioritario non solo non ha creato alcuna stabilità ma ha posto i britannici davanti a una crisi istituzionale senza precedenti, prima con le reiterate leggi infrante da Johnson e ora con un circo di giochi di potere di un’elite che ha perso ogni contatto con il Paese che dovrebbe governare.
I Tories saranno spazzati via alle prossime elezioni politiche che dovranno indire entro il 2024 e lo sanno. I sondaggi IPSOS danno ai Laburisti 14 punti di vantaggio. In altri sondaggi, il vantaggio oscilla tra gli 10 e i 17 punti.
L’elezione di Lizz Truss (ma anche fosse stato Sunak non avrebbe fatto differenza) dimostra che i conservatori non hanno alcuna intenzione di colmare quello svantaggio cambiando rotta su legislazioni altamente impopolari, come la deportazione dei richiedenti asilo in Ruanda, la rottura dell’accordo con la UE sull’Irlanda del Nord, l’uscita dalla Corte Europea dei Diritti Umani, L’abolizione dell’”Human Rights Act” (rimpiazzato con il “Bill of Rights” contro il quale è insorta anche Amnesty International). Piuttosto, la loro sembra una corsa contro il tempo: procedere a una deregolamentazione della Gran Bretagna il più in fretta possibile.
I Tories sembrano un esercito in ritirata che fa saltare ad una ad una le infrastrutture della società così da rendere praticamente impossibile ai Laburisti ricostruirle. E poi lasciare ai successori il baratro economico che hanno creato con Brexit e costringerli a misure impopolari.
Intanto continuano a pugnalarsi alle spalle mentre i britannici si chiedono quanti altri danni potranno fare al Paese in un altro anno di governo.