Inflazione: Marrella (Confael), ‘serve calmiere contro rialzi costi bollette e materie prime’

Situazione grave va affrontata con la massima urgenza, molti Italiani sono in gravi condizioni.

”Siamo in una situazione di estrema gravità, con i costi delle bollette e delle materie prime in deciso rialzo, l’inflazione in crescita e l’occupazione in affanno anche se in leggera ripresa nel secondo trimestre dell’anno come certificato dall’Istat. Bisogna intervenire prima che la situazione sfugga di mano. Per questo ci attiveremo immediatamente come organizzazione sindacale per chiedere al governo di introdurre un calmiere”. Lo afferma, in una nota, il segretario della Confael, Domenico Marrella, spiegando che la richiesta del sindacato “è una misura eccezionale, ma necessaria per evitare che i timidi segnali di ripresa che si stavano manifestando vengano stroncati sul nascere insieme al clima di fiducia che andava ricostruendosi, dopo mesi di vera e propria paura e profonda incertezza”.

Il leader della Confederazione autonoma europea dei lavoratori denuncia una situazione di immobilismo dovuta ad un’anomala campagna elettorale che sta paralizzando di fatto il Paese. “Le imprese – sottolinea Marrella - stanno subendo pesantemente la crisi delle materie prime: 8 aziende su 10 hanno ritardato la produzione e il 21% ha dovuto ridurla a causa dell’aumento dei costi delle materie prime. Inoltre, hanno sostenuto costi per l’acquisto di materie prime, in media, maggiori del 50% circa rispetto all’anno precedente”.

Secondo il segretario della Confael “si tratta di una situazione paradossale perché la mancanza di materie prime sta mettendo a rischio la disponibilità dei prodotti e, a causa dell’aumento dei loro costi, non si possono variare i prezzi finali perché vincolati da contratti pluriennali con la pubblica amministrazione mettendo inoltre a rischio anche i posti di lavoro”.

Riferendosi sempre alla situazione delle imprese Marrella evidenzia come in un contesto del genere “è ancora più paradossale che in caso di contestazione e di inadempimento contrattuale le imprese corrano il rischio di essere inserite nel casellario informatico Anac, cosa che precluderebbe loro la partecipazione ad altre gare. Tale evenienza impedirebbe di fatto la vita stessa di molte aziende che hanno nel rapporto con la PA il solo o principale sbocco commerciale”.

Un altro problema – aggiunge ancora Marrella- ”è la necessità di rimodulare il reddito di cittadinanza i cui effetti degenerativi stanno causando una profonda difficoltà, da parte delle aziende, nonostante una richiesta crescente, a trovare manodopera. Raccontare che la disoccupazione si combatte solo stando comodi sul divano, senza formazione e senza politiche attive per il lavoro, significa mentire sapendo di mentire, visto che questa misura, così com’è, non potrà essere ancora sostenuta a lungo”.

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