Si è spento, all’età di 78 anni, il miliardario austriaco Dietrich Mateschitz, l’uomo del miracolo Red Bull. La notizia della sua morte è giunta mentre ad Austin erano in corso le prove del Gran Premio degli Stati Uniti di Formula 1, dove la scuderia Red Bull celebrerà la vittoria di Max Verstappen nel campionato. Per Mohammed Ben Sulayem, presidente della FIA, Mateschitz era “una figura imponente nello sport automobilistico”. Mateschitz era diventato famoso come volto pubblico della Red Bull, un conglomerato austro-thailandese che afferma di aver venduto, solo lo scorso anno, quasi 10 miliardi di lattine della sua bevanda a base di caffeina e taurina in 172 Paesi. Mateschitz non solo ha aiutato la bevanda energetica a diventare popolare in tutto il mondo, ma ha anche costruito un impero sportivo, mediatico, immobiliare e gastronomico attorno al marchio, che ha legato in modo significativo agli sport motoristici e a quelli estremi, allargando nel tempo il suo interesse. Oggi il marchio Red Bull finanzia squadre di calcio (come in Lipsia che, acquistato quando la società era nelle serie minori tedesche, ora è una delle migliori della Bundesliga) di hockey su ghiaccio oltre a team motoristici. Red Bull, come bevanda, nacque da una intuizione di Mateschitz che, con l’investitore thailandese Chaleo Yoovidhya, fondò nel 1984 l’azienda nel 1984 partendo dal potenziale che il manager austriaco individuò nella Krating Daeng, una bibita creata appunto da Yoovidhya. Sotto la guida di Mateschitz, la Red Bull ha rapidamente aumentato la sua quota di mercato, prima in Europa, poi negli Stati Uniti, aiutata da campagne di marketing che promuovono le proprietà stimolanti dichiarate della bevanda e ampi accordi di sponsorizzazione negli sport motoristici, nel calcio, negli sport estremi e nell’industria musicale. “Molti di noi devono essergli così grati per le opportunità che ha fornito e per la visione che ha avuto, per la forza del carattere e per non aver mai paura di inseguire i sogni. Questo è quello che ha fatto qui in F1, dimostrando che puoi fare la differenza”, ha detto il capo del team Red Bull Christian Horner. ”Siamo semplicemente e incredibilmente grati a lui – ha aggiunto Horner – per tutto ciò che ha fatto, tutto ciò con cui ci ha supportato nel corso degli anni. Era incredibilmente orgoglioso della squadra, incredibilmente orgoglioso di tutto ciò che abbiamo fatto e ottenuto, ed è stato un tifoso appassionato e la spina dorsale di tutto ciò che facciamo”. Mateschitz era anche un convinto sostenitore del populismo, tanto da criticare aspramente la cancelliera tedesca Angela Merkel per la sua gestione della crisi dei rifugiati nel 2015-16. La stazione televisiva austriaca Servus, di proprietà della Red Bull Media House GmbH, è nota per promuovere opinioni provocatorie di destra.