Negli Stati Uniti tradizionalmente le elezioni di medio termine sono sfavorevoli al partito al potere. Anche per questo i Repubblicani sperano di riprendere il controllo della Camera dei rappresentanti, e forse del Senato. Se ciò accadesse, la Casa Bianca si trasformerebbe per due anni in una cittadella assediata, oggetto di indagini avviate dalla destra. Come confermano le intenzioni dei Repubblicani che, in caso di vittoria alla Camera dei rappresentanti, hanno già annunciato che metteranno sotto indagine l’Amministrazione Biden e aboliranno il comitato che sta indagando sull’assalto al Campidoglio.
Ma occorre cautela: da agosto, cinque elezioni suppletive e un referendum in Kansas sull’aborto hanno permesso ai Democratici di fare bene, con sorpresa di tutti. E il peso spettacolare del voto anticipato – già 40 milioni di schede elettorali – non viene proprio preso in considerazione nei sondaggi. Questo è anche il primo scrutinio post-Covid, dopo che Joe Biden ha annunciato a metà settembre che “la pandemia è finita” . Un tema inesistente nei dibattiti nazionali, mentre quello dominante è la questione economica. A partire dall’inflazione che, all’8,5% in un anno, colpisce soprattutto le famiglie economicamente più fragili. Raramente i sondaggi sono sembrati così incerti, al di là di una grande affluenza, annunciata dal voto anticipato. Ma queste elezioni di midterm non possono essere ridotte a una questione di possibile alternanza parlamentare. Due certezze sono già fondamentali e non dipendono da pochi seggi a favore dei rossi (repubblicani) o degli azzurri (democratici). La prima riguarda il ritorno alla normalità incarnato da Joe Biden nell’esercizio del potere, il ripristino della dignità presidenziale e il corretto funzionamento delle istituzioni. Dopo l’era Trump, questa correzione è indiscutibile. Ma sembra straordinariamente fragile quando è limitato al solo potere esecutivo.