Ungheria: torna in aula della Corte suprema la foto del giudice fascista

Infuria la polemica in Ungheria, dopo la decisione di riesporre sui muri della Corte Suprema una foto che ritrae Jeno Szemák, giudice di estrema destra che servì il governo-fantoccio fascista durante la seconda guerra Mondiale. Szemák guidò la più alta corte del Paese per un semestre fra il ’44 e il ’45, dopo il colpo di Stato del partito fascista delle Croci Frecciate, con forti sospetti di aver condotto diversi processi contro gli oppositori e cittadini comuni. La sua foto era stata esposta oltre 10 anni fa, per poi riapparire nel 2021 dopo un decennio in cui la cornice era rimasta vuota ma accompagnata dalla didascalia “La foto di Jeno Szemák, ex giudice della Kúria, non sarà esposta per via del suo ruolo in un periodo storico difficile”. Ora il suo volto riappare sulle pareti della Corte Suprema, un evento per molti rappresenta un “forte messaggio simbolico che spiega l’attuale scenario politico in Ungheria”. La nuova didascalia, sotto la foto ora esposta, recita: “Jeno Szemák accettò il ruolo anti-costituzionale assegnatogli dal partito delle Croci Frecciate senza costrizione”.  Una decisione che sta già portando a diverse discussioni, con lo storico ungherese Krisztián Ungváry che ha criticato fortemente la mancanza di contestualizzazione sulla figura di Szemák: “È un problema se qualcuno espone questa immagine senza chiarire che questa persona si è guadagnata l’incarico nell’ambito di un governo usurpatore e quindi illegittimo. Il punto non è riconoscere o meno che fosse a capo della corte, ma sulla decisione di riferirsi a lui come se la sua carica fosse legittima”.

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