Il Presidente Nayib Bukele ha annunciato l’inizio della “Fase cinque” della strategia di El Salvador contro la criminalità: questa iniziativa, stando alle istituzioni locali, dovrebbe durare nove mesi e con essa ci si pone l’obiettivo di stringere sempre di più la vite per frenare l’ormai incontrollabile fenomeno delle gang di strada.
Bukele ha parlato davanti a 14.000 membri delle forze armate, spiegando che polizia e soldati dovranno sorvegliare le strade di alcuni quartieri ritenuti a rischio, controllando sia chi entra, che chi esce. Una strategia che è stata utilizzata a ottobre nella città di Comasagua, dove oltre 2.000 soldati hanno pattugliato le strade per stanare membri di alcuni gruppi criminali accusati di omicidio: sono circa 50 i sospetti arrestati in quasi due mesi, grazie all’aiuto di droni che hanno sorvolato la zona e un controllo rigidissimo per chi lascia o entra nella città. La durissima strategia di repressione nei confronti del crimine è arrivata a marzo, dopo un’ondata di omicidi che ha sconvolto il Paese e che ha portato alla proclamazione dello stato di emergenza, con Bukele che ha ottenuto i pieni poteri per frenare questa crisi. Dall’inizio del programma, sono oltre 58.000 le persone arrestate con le fonti governative che hanno diffuso i dati sugli omicidi nei primi 10 mesi del 2022, in calo del 38% rispetto all’anno precedente. Bukele ha dichiarato: “Ora è il momento della Fase Cinque, che consiste nello stanare i criminali che sono ancora nelle comunità. A Comasagua ha funzionato”.
Una strategia durissima, molto criticata dagli attivisti per i diritti umani, sul piede di guerra per le modalità indiscriminate con cui la polizia e l’esercito scelgono di arrestare i sospetti. Spesso decisioni prese in base al loro aspetto o alla loro provenienza, senza l’obbligo di fornire spiegazioni data l’assegnazione dei pieni poteri a Bukele.