Il governo liberal-socialista della Germania prosegue lungo la strada di allentare le regole per la concessione della cittadinanza nel Paese più popoloso dell’Unione Europea (ha 84 milioni di abitanti), nonostante l’ostracismo dell’opposizione di centro-destra. La Germania, ha detto il cancelliere OIaf Scholz, è diventata da tempo “il Paese della speranza” per molti, ed è una buona cosa quando le persone che vi hanno messo radici decidono di prenderne la cittadinanza. ”La Germania – ha detto il cancelliere – ha bisogno di regole migliori per la naturalizzazione di tutte queste grandi donne e uomini”. Quella della revisione in senso più aperturista delle norme sulla cittadinanza è una delle riforme di cui la coalizione di governo (con sociali e liberali ne fanno parte anche i Verdi) ha fatto il cuore delle proprie politiche da quando, nel dicembre dello scorso anno, ha cominciato il proprio cammino. Secondo l’accordo raggiunto in seno alla maggioranza, le persone che risiedono in Germania da cinque anni (che possono diventare tre in caso di ”risultati speciali di integrazione”) hanno diritto alla cittadinanza tedesca. Attualmente le soglie sono di otto o sei anni. Verrebbe introdotta anche una norma che attribuisce la cittadinanza ai bambini nati in Germania se uno dei genitori vi risiede legalmente da cinque anni. Il governo, secondo le intenzioni dei partiti che ne fanno parte, vuole anche eliminare le restrizioni sulla doppia cittadinanza. In linea di principio, la maggior parte delle persone provenienti da Paesi diversi dai membri dell’Unione Europea e dalla Svizzera attualmente devono rinunciare alla loro nazionalità precedente quando ottengono la cittadinanza tedesca, sebbene ci siano alcune esenzioni. Lo scorso anno, in base ai dati ufficiali, circa 131.600 persone hanno acquisito la cittadinanza tedesca, un quarto delle quali cittadini di altri Paesi dell’UE, numero superiore del 20% rispetto all’anno precedente (una crescita dovuta essenzialmente ai siriani che sono stati naturalizzati).
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