L’economia statunitense continua a confermare la sua solidità, addirittura andando oltre le previsioni per il terzo trimestre dell’anno in corso. Secondo l’ultimo rapporto sul prodotto interno lordo, l’economia americana è cresciuta molto più velocemente del previsto nel terzo trimestre, con il PIL che è aumentato a un tasso annualizzato del 2,9%. Un aumento che ha segnato un miglioramento rispetto alla lettura iniziale del governo di ottobre che mostrava una crescita dell’attività economica del 2,6%, e migliore della previsione di Refinitiv del 2,7%. Ed è una netta inversione di tendenza rispetto alle contrazioni economiche dell’1,6% nel primo trimestre dell’anno e dello 0,6% nel secondo. Guardando al dato, gli analisti ritengono che la crescita si è registrata quando la spesa dei consumatori è aumentata più che nella precedente lettura del governo, mentre il valore delle importazioni è stato rivisto al ribasso. Le importazioni vengono sottratte dal PIL, che è la misura generale dell’attività economica all’interno del Paese. Ma, anche di fronte ad uno scenario migliore delle previsioni, molti economisti temono ancora che il Paese possa entrare in recessione nel prossimo anno, anche per le politiche aggressive della Federal Reserve e il suo ripetuto ricorso agli aumenti del tasso di interesse primario. Comunque, il mercato del lavoro statunitense rimane forte, con i datori di lavoro che continuano ad assumere e la disoccupazione vicina al minimo di mezzo secolo. E mentre i consumatori sono alle prese con prezzi più alti, continuano a spendere soldi. Più di due terzi dell’attività economica degli Stati Uniti è guidata dalla spesa dei consumatori.