Rischiano di complicarsi parecchio le cose per Sam Bankman-Fried e i suoi collaboratori, coinvolti in varia misura nel crollo dello scambiatore di criptovalute FTX. E’ di queste ore la notizia che il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha sollecitato ufficialmente, al giudice fallimentare che sta seguendo il dossier FTX (che ha chiede la protezione dei creditori), l’avvio di un’indagine indipendente sul crollo dello scambiatore di criptovalute. FTX, una volta il secondo più grande scambiatore al mondo, ha dichiarato bancarotta il mese scorso a causa di un deficit di 8 miliardi di dollari. Nella loro istanza, i rappresentanti del Dipartimento della Giustizia hanno chiesto al giudice fallimentare di approvare la nomina di un revisore indipendente, citando la necessità di un’indagine “veramente neutrale” sul crollo. Da parte sua, il nuovo Ceo dello scambiatore di criptovalute, John Ray III, sta conducendo un’indagine interna sul crollo di FTX, ma questo non sembra sufficiente al Dipartimento della Giustizia che, sebbene non metta in discussione le “qualifiche, competenza o buona fede” di Ray, ha rimarcato che il suo ruolo è quello di fiduciario per i debitori dell’azienda e quindi l’esame interno potrebbe non rappresentare tutte le parti interessate. In sostanza si sostiene che un esaminatore terzo potrebbe – e dovrebbe – indagare sulle accuse sostanziali e gravi di frode, disonestà, incompetenza, cattiva condotta e cattiva gestione. FTX ha presentato istanza di fallimento giorni dopo che la piattaforma ha subito una corsa virtuale agli agli sportelli, con i clienti affrettatisi a ritirare circa 5 miliardi di dollari non appena, anche per un articolo che ipotizzava rapporti contabili tossici tra la FTX e una società sua emanazione, la Alameda, erano esplose crescenti preoccupazioni sulla solvibilità. Secondo i documenti depositati nel tribunale fallimentare, FTX deve almeno 3,1 miliardi di dollari ai suoi primi 50 creditori. Sempre stando alla documentazione, nel giorno in cui ha dichiarato bancarotta, la società aveva 1,3 miliardi di dollari di attività e doveva 102 milioni di dollari ai clienti. il giorno in cui la società ha dichiarato bancarotta. Una situazione che, secondo Andrew Vara, che per conto del tribunale sta visionando le carte, fornisce ”motivi ragionevoli per sospettare che Bankman-Fried e altri abbiano partecipato a frode, disonestà o condotta criminale nella gestione di FTX”. Il fallimento di FTX ha ridato fiato alle richieste di Washington per regolamentare l’industria delle criptovalute.


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