Sono dati in chiaroscuro quelli che riguardano inflazione e dinamica dei prezzi nel Regno Unito e che parrebbero in contraddizione. L’inflazione a novembre – secondo le rilevazioni dell’Office for National Statistics – ha mostrato concreti segnali di rallentamento, fermandosi ad un tasso del 10,7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma, nonostante questo dato, il costo della vita è ancora vicino al massimo degli ultimi 40 anni, schiacciando milioni di famiglie e imprese. Come testimonia anche la raffica di scioperi che sta interessando il Paese, indetti da parte di categorie che chiedono una risposta efficace da parte dello Stato contro l’aumento del costo della vita. Come conferma il fatto che i prezzi dei prodotti alimentari stanno ancora aumentando in modo significativo, con un aumento del 16,5% negli ultimi 12 mesi.
Nella quantificazione del tasso di inflazione ha contribuito il repentino calo dei prezzi del carburante, cui ha perso fatto da contraltare l’aumento del dell’alcol in ristoranti, caffè e pub.
Il tasso di inflazione complessivo di ottobre dell’11,1% è stato il più alto da 41 anni e in aumento rispetto al 10,1% di settembre
La Banca d’Inghilterra ha avvertito che l’inflazione potrebbe superare il 13% quest’anno e dovrebbe continuare ad aumentare i tassi di interesse per cercare di controllarla. Normale il confronto dell’inflazione nel Regno Unito rispetto ad altri Paesi. Negli Stati Uniti l’inflazione è stata del 7,1%, nei 12 mesi fino alla fine di novembre, in calo dal 7,7% di ottobre. In Germania si è attestata al 7,8% quest’anno, mentre in Svezia l’Uffici statistico nazionale ha riferito che l’indice dei prezzi al consumo è all’11,5%, in aumento rispetto al 10,9% di ottobre. Il dato spagnolo mostra che i 12 mesi fino a novembre hanno visto l’inflazione al 6,8%, in calo rispetto al 7,3% del mese precedente.


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