Precipita la situazione in Perù, sconvolto dalle proteste popolari dopo la destituzione e l’arresto dell’ex presidente Pedro Castillo. Il nuovo governo ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, sospendendo per 30 giorni i diritti di “sicurezza personale e libertà” in tutta la nazione. Nel Paese si stanno registrando diffusi atti di vandalismo, con violenze sulle cose e blocchi autostradali, con migliaia di persone in strada che, secondo quanto ha dichiarato il ministro della Difesa Luis Otarola Peñaranda, ”richiedono una risposta forte e autorevole da parte del governo”. Per effetto della dichiarazione dello stato di emergenza, sono stati sospesi i diritti di riunione e la libertà di movimento, mentre la polizia, supportata dai militari, è autorizzata a perquisire le case delle persone senza un atto della magistratura. Al momento non si sa se, tra le misure che il governo intende adottare, ci sia anche un coprifuoco notturno. Il decreto appare come un modo per recuperare un minimo di stabilità, ma anche l’ammissione che la situazione può tornare normale solo con il ricorso ad una dimostrazione di forza da parte del governo. La nuova presidente Dina Boluarte, eletta poche ore dopo la destituzione di Castillo, ha cercato di rispondere alle proteste dicendo che è sua intenzione indire nuove elezioni per il dicembre dell’anno prossimo. Il Perù sta ancora cercando di mettersi alle spalle le violenze politiche degli anni passati, quando i guerriglieri di Sendero Luminoso si resero protagonisti di numerosi atti di violenza, che causarono quasi settantamila morti. In queste ore i manifestanti hanno bloccato le strade di Lima e di molte comunità rurali (che hanno costituito il bacino elettorale dell’ex presidente destituito), chiedendo la libertà di Castillo, le dimissioni di Boluarte e l’immediata programmazione delle elezioni generali per scegliere un nuovo presidente e sostituire tutti i membri del Congresso. Secondo stime ufficiose, almeno sette persone sono rimaste uccise negli incidenti. Come conseguenza delle proteste è stato sospeso il treno passeggeri che trasporta i visitatori a Machu Picchu. Durante le proteste 200 agenti di polizia sono rimasti feriti.