È servita un’inchiesta lunga quasi 5 anni da parte delle britanniche Financial Conduct Authority e Prudential Regulation Authority per definire la sanzione adeguata nei confronti di TBS Bank, in seguito a un grave malfunzionamento a livello di sicurezza informatica che, nel 2018, non permise a milioni di utenti di entrare nei propri conti per diverse settimane. La mancanza di misure adeguate per risolvere questo problema ha infatti portato a una multa del valore di 48 milioni di sterline nei confronti dell’Istituto (poco più di 55 milioni di euro). Si tratta della chiusura di una vicenda di cui si è parlato moltissimo nel Regno Unito e che ha portato non solo al crollo della reputazione di TBS Bank, ma anche a dimissioni di alcuni dirigenti chiave, dato il fallimento della nuova piattaforma online lanciata pochi mesi prima. La sentenza spiega che la Banca non è stata in grado di controllare il programma di passaggio di informazioni da piattaforma a piattaforma, resa necessaria dopo la scissione con Lloyds Banking Group, risultando egualmente inadeguata nel calcolare i rischi legati alla scelta delle terze parti che ne sono state protagoniste. Mark Steward, il direttore della FCA, ha commentato con delle dichiarazioni riprese dal Guardian: “Questi errori ebbero ripercussioni su larga scala nella vita di tutti i giorni di un’enorme fetta di clienti di TBS Bank, compresi quelli in situazioni difficili. La Banca non è stata capace di pianificare adeguatamente la migrazione dei dati, per via di una gestione troppo superficiale del progetto, a cui è seguita un’inappropriata valutazione dei rischi per i clienti”. Una multa salata quella che TBS dovrà pagare, che si va ad aggiungere ai circa 419 milioni di euro pagati nel 2018 per restaurare totalmente i sistemi interni e ai 37,7 milioni di risarcimento agli utenti.