Quando si leggono alcune notizie, ogni tanto una domanda sorge spontanea: “Ma come pensavano di farla franca?”. È questo l’interrogativo che ci si pone dopo aver saputo del mefistofelico piano di Kotiota, una società di programmazione australiana che aveva intenzione di rilasciare un gioco con il marchio Pokémon, senza averne ovviamente l’autorizzazione. La dirigenza della The Pokémon Company International, la compagnia che detiene i diritti del franchise famoso in tutto il mondo e che ne gestisce l’utilizzo per qualsiasi tipo di prodotto (dalle carte ai videogiochi, passando per il merchandising e i cartoni), ha infatti ingaggiato investigatori privati per indagare sul gruppo australiano che stava producendo un gioco online basato su transazioni di criptovalute, utilizzando immagini e marchi dei famosi “mostri tascabili”, la cui uscita era programmata per il gennaio 2023. Kotiota utilizzava infatti i personaggi della famosissima serie per rilasciare NFT a marchio Pokémon, millantando persino legami o passate collaborazioni con la Pokémon Company International (sul sito veniva detto persino che la compagnia australiana aveva collaborato persino alla realizzazione dei due videogiochi Scarlet e Violet. Notizia, ovviamente, falsa.La TPCI ha quindi subito preso provvedimenti, sia per l’uso illecito dei suoi marchi, sia perché la compagnia australiana avrebbe voluto sfruttarli per la diffusione di NFT, un mondo in cui la Pokémon Company International e Nintendo hanno detto più volte di non voler entrare. La corte quindi ha accettato i documenti presentati dalla TPCI, bloccando la pubblicazione del gioco da parte di Kotiota oltre che vietarle l’uso futuro di qualsiasi marchio registrato legato al franchise dei Pokémon.