mercoledì7 Giugno 2023
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Covid: la nuova ondata mette in ginocchio ospedali e crematori

Mentre la Cina è alle prese con la sua prima ondata nazionale di COVID-19, i reparti di emergenza nelle piccole...

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Mentre la Cina è alle prese con la sua prima ondata nazionale di COVID-19, i reparti di emergenza nelle piccole città e paesi a sud-ovest di Pechino sono sopraffatti, mentre i crematori, pur lavorando ininterrottamente, non riescono a fare fronte alla nuova emergenza. Le unità di terapia intensiva respingono le ambulanze, i parenti dei malati cercano letti liberi, mentre i pazienti sono accasciati sulle panchine nei corridoi degli ospedali o sdraiati sul pavimento.                                                                        Il governo cinese ha riportato solo sette morti per COVID-19 da quando le restrizioni sono state allentate drasticamente il 7 dicembre, portando il bilancio totale del paese a 5.241. Martedì un funzionario della Sanità cinese ha affermato che la Cina conta solo i decessi per polmonite o insufficienza respiratoria nel suo bilancio ufficiale delle vittime di COVID-19, una definizione ristretta che esclude molti decessi che sarebbero attribuiti a COVID-19 in altri luoghi. Gli esperti hanno previsto tra un milione e due milioni di morti in Cina l’anno prossimo e l’Organizzazione mondiale della sanità ha avvertito che il modo di contare di Pechino “sottovaluterebbe il vero bilancio delle vittime”.                                                                            Secondo quanto riferito in un reportage dall’Ap, fatto nella nella provincia centrale di Hebei, le strade sono percorse da molti ambulante (in due giorni i giornalisti ne hanno contate una trentina) che vanno e vengono dagli ospedali. Nella città di Pechino in questo mese il numero delle chiamate d’emergenza legate alla pandemia è aumentato di sei volte.  Al crematorio di Zhuozhou, le fornaci fanno gli straordinari mentre i lavoratori lottano per fronteggiare un picco nel numero di morti nell’ultima settimana. Un impiegato di un’impresa di pompe funebri, ai giornalisti, ha stimato che sta cremando da 20 a 30 corpi al giorno, un numero aumentato molto dopo che le misure per il COVID-19 venissero allentate. Pur lavorando ininterrottamente, giorno e nulla, il crematorio di Zhuozhou non riesce a fronteggiare l’emergenza. In alcuni casi il corpo di persone decedute a Pechino è stato portato in crematori altre città, distanti anche molti chilometri, per evitare attese di settimane.

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