Anche gli Stati Uniti hanno deciso di imporre i test Covid ai visitatori provenienti dalla Cina, dopo che Pechino ha annunciato che avrebbe riaperto i confini la prossima settimana. Le autorità americane si sono quindi unite a quelle di Italia, Giappone, Taiwan e India che hanno annunciato test obbligatori, al contrario di quelle australiane e britanniche, che non hanno adottato misure. La Cina riporta circa 5.000 casi al giorno, ma gli analisti affermano che tali numeri sono ampiamente sottostimati e che i casi giornalieri potrebbe essere più vicini al milione. Gli ospedali cinesi sono sovraffollati e sui social si comincia a manifestare preoccupazione per carenza di medicine di base. Ieri gli Stati Uniti hanno affermato che la mancanza di dati Covid “adeguati e trasparenti” in Cina ha contribuito alla decisione di richiedere test Covid dal 5 gennaio per i viaggiatori che entrano nel Paese da Cina, Hong Kong e Macao.
I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno affermato che la misura era necessaria “per aiutare a rallentare la diffusione del virus mentre lavoriamo per identificare… eventuali nuove varianti che potrebbero emergere”.
Ma mercoledì il ministero degli Esteri di Pechino aveva affermato che le regole del coronavirus dovrebbero essere istituite solo su base “scientifica” e ha accusato i Paesi e i media occidentali di “gonfiare” la situazione. Pechino ha annunciato solo lunedì la sua decisione di porre fine alla quarantena per gli arrivi, riaprendo di fatto i viaggi in entrata e in uscita dal Paese per la prima volta da marzo 2020. Fino a questa settimana, chiunque entrasse in Cina doveva sottoporsi a quarantena nelle strutture statali. Prima della pandemia, la Cina era il più grande mercato del turismo in uscita al mondo. Ma non è chiaro quanti cinesi viaggeranno all’estero dopo l’8 gennaio, dato che il numero di voli è limitato e molti cittadini devono rinnovare il passaporto. La Commissione europea ha dichiarato che il suo comitato per la sicurezza sanitaria si riunirà oggi per discutere “possibili misure per un approccio coordinato dell’UE” all’ondata di Covid in Cina.
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