Steven Tyler, cantante e frontman della rock band Aerosmith, è stato ufficialmente citato in giudizio con l’accusa di aver abusato per circa 3 anni di una ragazza allora minorenne, negli anni ’70. La donna si chiama Julia Holcomb Misley e ha ora 65 anni: chi ha letto l’autobiografia della rockstar, intitolata Does the Noise in My Head Bother You? non sarà sorpreso, dato che Tyler aveva raccontato nei particolari la “relazione” portata avanti con una ragazza di 16 anni, che lui frequentava considerandola una “sposa bambina”. Dopo decenni, la donna ha deciso di intentare una causa nei confronti del cantante, sfruttando una legge della California del 2019 che permette a una vittima di aggressioni sessuali di denunciare il reato avvenuto anche decenni prima. Julia Misley ha scelto di denunciare il cantante degli Aerosmith a pochi giorni dallo scadere del termine, accusandolo sia di abusi sessuali che percosse, avvenuti nella contea di Los Angeles per circa 3 anni e a causa dei quali la donna ha subito pesantissimi danni a livello psicologico, emotivo ed economico. Il testo della denuncia (che non nomina esplicitamente Tyler) dà ulteriori dettagli sul comportamento del cantante, che ha sfruttato la sua posizione di potere dovuta alla notorietà già guadagnata al tempo per adescare e manipolare l’allora 16enne vittima, aggredita più volte e costretta a portare avanti una relazione con un uomo che era più vecchio di lei di una decina di anni. Gran parte delle accuse sembrano essere state implicitamente confermate dalla rockstar, ora 73enne, nella sua autobiografia del 2011, in cui raccontava di averla conosciuta dopo un concerto nel 1973 ed essersene “follemente innamorato”. Il musicista avrebbe anche parlato più volte con i suoi genitori, che stavano per affidare a lui la custodia legale della figlia, in modo da evitare eventuali arresti nel caso i due fossero stati fermati dalla polizia fuori dallo stato della California. Con la sua testimonianza, Misley accusa anche Tyler di averla costretta ad abortire dopo un rapporto consensuale che avrebbe portato a una gravidanza nel 1975. E la sua speranza non è solo ottenere giustizia, ma fare in modo che questo non accada più: “Sono sicura di non essere la sola ad aver subito abusi nel mondo della musica e credo sia il momento di prendere una posizione. Mi auguro che questo porti l’intera industria musicale a diventare più sicura, puntando il dito contro i predatori e mettendo in luce le forze che in questo settore hanno creato e portato avanti una cultura fatta di omertà e permissività verso le celebrità che hanno questi comportamenti”.