Attacco missilistico israeliano oggi contro l’aeroporto internazionale della capitale siriana, che è rimasto gravemente danneggiato, tanto da dovere interrompere ogni attività. L’esercito siriano ha comunicato che nell’attacco sono rimasti uccisi due soldati ed altri due sono stati feriti. Si tratta del secondo attacco in sette mesi che riesce a mettere fuori servizio l’aeroporto internazionale di Damasco. Per gli analisti, Israele ha preso di mira aeroporti e porti in zone della Siria controllate dal governo tentando in questo modo di impedire le spedizioni di armi dall’Iran a gruppi militanti sostenuti da Teheran, incluso Hezbollah libanese. Una fonte – legata all’opposizione interna siriana – ha riferito che gli attacchi israeliani hanno colpito l’aeroporto e un deposito di armi vicino alla struttura a sud di Damasco. L’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede in Gran Bretagna ha affermato che quattro persone sono state uccise nell’attacco, mentre nessun commento è arrivato da Israele. Il precedente attacco all’aeroporto internazionale di Damasco, messo a segno da aerei, aveva causato danni significativi alle infrastrutture e alle piste, che ne avevano bloccato l’operatività per due settimane. A settembre gli attacchi aerei israeliani avevano avuto come obiettivo l’aeroporto internazionale della città settentrionale di Aleppo, mettendolo fuori servizio per giorni. Alla fine del 2021, aerei da guerra israeliani avevano lanciato missili contro il porto di Latakia colpendo container e innescando un enorme incendio. Negli ultimi anni Israele ha effettuato centinaia di attacchi contro obiettivi che si trovano nella zone del Paese controllate da Damasco, ma mai ammettendoli o rivelandone i risultati. Israele ha riconosciuto, comunque, di aver preso di mira le basi di gruppi militanti alleati dell’Iran, come Hezbollah libanese, che ha inviato migliaia di combattenti per sostenere le forze del presidente siriano Bashar Assad nella guerra civile che per undici anni ha insanguinato il Paese.
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