La Gran Bretagna si ferma: inizia oggi un periodo di fuoco per l’intero Regno Unito, che affronta il primo di cinque giorni consecutivi di sciopero indetti avanti dal personale ferroviario. Scelta che porterà l’intera rete di spostamento su rotaie del Paese a bloccarsi, lasciando attivo solamente un numero minimo di corse di tratte urbane o regionali, per i pendolari. Il blocco sarà praticamente totale: solo il 20% delle corse abituali nel Regno Unito non saranno bloccate e fra le 7:30 del mattino e le 18:30 non sono garantiti nemmeno i servizi essenziali. Si tratta di una presa di posizione chiara dei sindacati che rappresentano i dipendenti del settore, pronti a incrociare le braccia per protestare contro i salari (che non tengono il passo con l’aumento esponenziale del costo della vita) e delle pessime condizioni lavorative. A fermarsi per 48 ore, fra i tanti gruppi, saranno anche circa 40.000 membri del RMT (Rail, Maritime and Transport), lasciando di fatto intere zone di Galles, Scozia e Inghilterra senza collegamenti. Una decisione forte che arriva dopo settimane di trattative non andate a buon fine, come spiegato dal segretario generale dell’RMT, Mick Lynch: “Dopo gli incontri di metà dicembre, il governo è rimasto in silenzio totale nei nostri confronti. Con le loro dichiarazioni, continuano a dire pubblicamente che stanno cercando di arrivare a un accordo, ma è esattamente il contrario: non abbiamo più saputo nulla”. Un portavoce del Dipartimento dei Trasporti ha risposto alle accuse, negando quanto detto da Lynch: “Restiamo in contatto costante con tutte le parti in causa e il governo ha fatto passi avanti importanti per raggiungere un’intesa: i sindacati dovrebbero interrompere questi scioperi che creano disagi ai cittadini, in modo da iniziare il 2023 con un confronto serio per arrivare a una soluzione definitiva”.
Add a comment