venerdì31 Marzo 2023
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Musica: per Rolling Stone, la migliore di sempre è Aretha Franklin

Immancabile come la tombola e il panettone, le lenticchie e il torrone, anche quest’anno Rolling Stone ci ha propinato la...

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Immancabile come la tombola e il panettone, le lenticchie e il torrone, anche quest’anno Rolling Stone ci ha propinato la ”solita” classifica del meglio del mondo della musica cantata. E come tutte le classifiche,  destinata a fare discutere, come accade sistematicamente da parte di chi non vede il suo cantante preferito inserito nella ”top ten” o addirittura scartato dai magnifici 200 magari a vantaggio di un ragazzino, idolo degli amanti del k-pop. Ma la rivista musicale forse redige una classifica con l’obiettivo di fare parlare, discutere, confrontarsi. Ed allora ecco che al primo posto figura  la ”regina del soul”,  Aretha Franklin, seguita a ruota da Whitney Houston e, quindi, da Sam Cooke, tre cantanti di colore che hanno segnato, ciascuno con la propria cifra artistica, la scena musicale da molti decenni a questa parte. Se Aretha Franklin ha avuto una vita artistica compiuta, in cui ha raggiunto ogni vetta che poteva essersi posta, chi siede al numero 2 e 3 della classifica lascia il rimpianto che forse con loro è stata solo scalfita la superfice di un diamante, che tanto ancora avrebbero dato a questo mondo. Per Whitney Houston e Sam Cooke due morti inattese, la prima costruita con le sue mani, vittima dei demoni che avevano preso possesso di lei, il secondo morto in circostanze che ancora a distanza di quasi sessant’anni restano drammaticamente oscure. Poi, al quarto posto, c’è Billie Holiday, altra icona della musica nera, ma anche di quella che rivendicava con orgoglio la sua originalità e pure essa vittima della dipendenza. Poi, prima addirittura di Ray Charles e Stevie Wonder, Rolling Stone piazza Mariah Carey  e già questo dice tanto sulla impalpabilità dei giudizi. Quindi,  Beyoncé,  Otis Redding e Al Green.
La rivista, intuendo, nemmeno senza grande sforzo, le critiche e gli sbalordimenti (l’assenza nei 200 di Celine Dion ha creato una piccola rivolta, così come alcuni piazzamenti che sembrano frutto di un giudizio prevenuto), ha precisato, rivolgendosi al suo ‘lettore-tipo’, che ”prima di iniziare a scorrere (e commentare), tieni presente che questo è l’elenco dei migliori cantanti, non l’elenco delle migliori voci. Il talento è impressionante; il genio è trascendente. Certo, molte delle persone qui sono nate con intonazione perfetta e gamma illimitata. Altri hanno strumenti più rozzi, più strani o più delicati. Come nota il nostro articolo per l’uomo che è finito al numero 112, “Ozzy Osbourne non ha quella che la maggior parte delle persone chiamerebbe una bella voce, ma ragazzi ne ha una fantastica”. Ciò potrebbe valere per più di poche persone qui. In tutti i casi, ciò che contava di più per noi era l’originalità, l’influenza, la profondità del catalogo di un artista e l’ampiezza della sua eredità musicale. Una voce può essere splendida come quella di Mariah Carey, aspra come quella di Toots Hibbert, sobria come quella di Willie Nelson, sfuggente e sontuosa come quella di D’Angelo, o tonificante come quella di Bob Dylan. Ma alla fine, i cantanti che stanno dietro sono qui per una ragione: possono rifare il mondo semplicemente aprendo la bocca”.

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