Charlie Hebdo: Iran chiude istituto di ricerca francese

Non si è fatta attendere la risposta dell’Iran alla pubblicazione, nell’ultimo numero del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, di una serie di vignette irridenti che hanno ad oggetto la guida spirituale Ali Khamenei. Il Ministero degli Esteri di Teheran, con una nota, ha annunciato la chiusura dell’Istituto francese per la ricerca in Iran, attivo nel Paese da quasi un quarantennio, definendolo un “primo passo” in risposta alle vignette, che la rivista ha pubblicato a sostegno delle manifestazioni antigovernative. Nella nota il ministero ha affermato che avrebbe “portato avanti seriamente il caso e preso le misure necessarie” per ritenere la Francia responsabile. La mossa segue la convocazione, mercoledì, dell’ambasciatore francese a Teheran. L’istituto di ricerca chiuso, collegato al ministero degli Esteri francese, è stato creato nel 1983 dalla fusione di una delegazione archeologica risalente alla fine del XIX secolo e di un istituto di studi sull’Iran. Comprende una biblioteca che vanta circa 49.000 riferimenti, inclusi 28.000 libri. Secondo più fonti, ieri c’era una forte presenza di forze di sicurezza intorno all’istituto e alla vicina ambasciata francese nel centro di Teheran. Per definire il clima, basta riferire che sui muri esterni degli edifici sono apparse scritte ostili alla Francia, definita “la casa degli omosessuali” e “luogo di blasfemia”. Già nel 2015, per la pubblicazione di vignette ostili alla teocrazia iraniana, Charlie Hebdo fu oggetto di una serie di minacce, culminate in un attacco alla redazione del settimanale, attuata da due estremisti francesi affiliati ad al-Qaeda, che provocò la morte di dodici persone. Nel suo ultimo numero, il settimanale ha pubblicato le vignette che anno vinto un recente concorso con il quale ai partecipanti è stato chiesto di disegnare le caricature più offensive del leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei. Mercoledì il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha promesso una “risposta decisa ed efficace” alla pubblicazione delle vignette, che, ha affermato, insultano le autorità religiose e politiche iraniane. Affermazioni alle quali ha risposto il ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna , secondo cui l’Iran “non sta solo praticando la violenza contro la sua stessa gente, ma sta anche la politica di tenere le persone in ostaggio, il che è particolarmente scioccante. In Francia non solo esiste la libertà di stampa – a differenza di quanto accade in Iran – ma si esercita anche sotto il controllo dei giudici e di una giustizia indipendente, cosa che l’Iran conosce indubbiamente poco. Anche nel diritto francese non abbiamo la nozione di blasfemia”.  Charlie Hebdo, che ha pubblicato vignette altrettanto offensive su bambini migranti morti, vittime di virus, neonazisti, papi, leader ebrei e altri personaggi pubblici, si presenta come un sostenitore della democrazia e della libertà di espressione, con caricature spesso sessualmente esplicite che prendono di mira quasi tutti.

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