Le strade del centro di Tel Aviv sono state animate, ieri sera, della prima manifestazione popolare per protestare contro le politiche che il governo di Benjamin Netanyahu – formato dal Likud e da partiti confessionali e dell’ultradestra – intende perseguire e che minaccerebbero la democrazia e le libertà. I manifestanti sono scesi in piazza pochi giorni dopo il giuramento del governo più di destra e religiosamente conservatore nei 74 anni di storia del Paese. Gli autori delle protesta, oltre a lanciare slogan e mostrare bandiere arcobaleno, hanno innalzato striscioni che portavano scritte come ”Il governo dei coloni è contro di me” e “Abitazione, mezzi di sussistenza, speranza”. La protesta è stata guidata da membri arabi e di sinistra del parlamento israeliano, la Knesset, secondo i quali i piani proposti dal nuovo gabinetto ostacoleranno il sistema giudiziario e amplieranno i divari sociali. In particolare, molte critiche sono state mosse al progetto di revisione del sistema giudiziario, annunciato dal ministro della Giustizia Yariv Levin, che secondo i manifestanti mira a indebolire la Corte Suprema del Paese. I contrari al governo sostengono che la riforma capovolgerà il sistema israeliano di controlli ed equilibri e minerà le sue istituzioni democratiche, dando potere assoluto alla nuova coalizione di governo. I manifestanti hanno anche chiesto la pace e la convivenza tra ebrei e arabi residenti nel Paese. I timori della sinistra israeliana si concentrano sul fatto che il nuovo governo sembra intenzionato a portare avanti l’iter parlamentare di leggi contro il mondo LGBTQ, contro i palestinesi, contro le minoranze.