Il Brasile ha il suo assalto a Capitol Hill: poco più di un anno dopo l’attacco dei sostenitori di Donald Trump al Campidoglio statunitense, quelli di Bolsonaro hanno invaso la sede del Parlamento, oltre a mettere sotto assedio quella della Corte Suprema e il Palazzo Presidenziale, il Palácio do Planalto. I fan dell’ormai ex presidente brasiliano hanno così voluto “protestare” per l’elezione del successore Luiz Inácio “Lula” da Silva, che ha ufficialmente preso il potere il 1° gennaio 2023, dopo la vittoria elettorale nel ballottaggio di fine ottobre 2022. I sostenitori di Bolsonaro erano accampati vicino la sede del Parlamento ormai da giorni e il timore di una violenta escalation era più vivo che mai, dati i toni della campagna elettorale e il rifiuto del Presidente uscente di accettare ufficialmente la sconfitta. La folla ha sfondato le barriere attorno all’edificio entrando al suo interno, esattamente come successo nella Corte Suprema e nel Palazzo Presidenziale, vandalizzando gli interni (sono stati appiccati fuochi, distrutte finestre e mobili, il tutto sventolando bandiere brasiliane) e saccheggiandoli. Gli agenti di polizia, che erano schierati in prossimità dei luoghi istituzionali, hanno provato a disperdere la folla usando gas lacrimogeni, proiettili di gomma e persino granate stordenti, portando a scontri con i sostenitori e a oltre 400 arresti confermati. Subito è arrivato il commento del neopresidente Lula, che ha definito “fascisti” i manifestanti, annunciando la firma in tempi brevissimi di un provvedimento emergenziale, che darà al governo federale la facoltà di attuare qualsiasi misura ritenuta necessaria per riportare l’ordine a Brasilia, valido fino a fine mese. La vicenda si è svolta mentre Jair Bolsonaro si trova negli Stati Uniti, dove è volato poche ore prima della cerimonia di insediamento di Lula. L’ex presidente, accusato dal suo successore di aver di fatto causato l’assalto agli edifici istituzionali, si è difeso con un messaggio su Twitter: “Respingo le accuse che mi sono state mosse senza prove dall’attuale capo: di Stato: durante tutto il mio mandato, ho sempre rispettato la Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà”. Anche il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto esprimere solidarietà dopo l’assalto al Parlamento brasiliano con un tweet: “Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane”. La situazione è tornata alla normalità dopo l’intervento delle forze dell’ordine, mentre la Corte Suprema ha ordinato lo smantellamento di tutti gli accampamenti di sostenitori di Bolsonaro (che continuano a chiedere un intervento militare per destituire Lula) entro 24 ore. Una pagina nera nella storia politica del Brasile, che il nuovo capo dello Stato ha già commentato, spiegando che “una cosa simile non accadrà mai più”.
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