Le case farmaceutiche e i medici australiani lanciano l’allarme: la carenza di medicinali, denunciata alla fine del 2022, sta peggiorando. E ora diventa sempre più difficile trovare anche gli antibiotici base, prescritti con maggiore regolarità. La Therapeutic Goods Administration (l’ente regolatore farmaceutico del Paese) aveva denunciato a dicembre la poca disponibilità di medicinali come l’amoxicillina, la cefalexina e il metronidazolo, antibiotici usati per combattere diversi tipi di infezioni e di utilizzo molto comune. Ma come confermato da Steve Robson, presidente dell’Australian Medical Association, la situazione ora si sta aggravando: “La carenza di fine 2022 era causata dalla mancanza di scorte, che ha colpito le catene di produzione e distribuzione. Ora però ci sono problemi anche maggiori, con pochissime quantità disponibili di oltre 300 medicinali essenziali per tantissimi pazienti, che stanno affrontando problemi di salute molto gravi, resi peggiori dalle poche scorte di medicine. Bisogna agire con cautela ma rapidamente: una soluzione a questo problema sarebbero provvedimenti pensati per sviluppare l’industria di produzione farmaceutica domestica, oltre che trovare modi per attirare investimenti privati. Con le mosse giuste, questa crisi potrebbe diventare un’opportunità per fare dei passi in avanti nel nostro settore. Recentemente, l’Australia ha agito con prontezza, costruendo uno stabilimento per produrre vaccini a mRNA, dimostrando di poter giocare un ruolo chiave nella nostra regione”. C’è però da muoversi prontamente, date le difficoltà che la carenza di farmaci stanno creando a pazienti e medici. Una problematica importante è quella legata ai bambini, per cui diversi farmacisti sono stati costretti a “improvvisare”, trasformando alcuni medicinali da pillole in forma liquida, in modo da renderli assumibili anche da neonati. Una pratica però di certo non riproponibile nel lungo periodo, chiaro segnale dello scricchiolio del sistema farmaceutico australiano, come spiegato dal presidente del Royal Australia College of General Practice president, il dottor Nicole Higgins: “Sapere che i medici curanti chiedono ai farmacisti quali alternative usare vista la mancanza di medicinali è preoccupante”.
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